(Filippo Ciantia)
Il momento arriva sempre, prima o poi. Può durare settimane e tenere il genitore in uno stabile stato di ansia. La situazione si è esasperata negli ultimi decenni. Le vacanze estive non sono più di famiglia. Appena possibile i figli scelgono altre compagnie e località più frizzanti. Sempre più frequentemente, i figli vanno a studiare lontano da casa, oppure il lavoro lo cercano (e lo trovano) all’estero.
Ecco l’origine sempre più diffusa delle raccomandazioni. Si tratta, secondo la Treccani, di consigli dati con tono di esortazione affettuosa o autorevole o anche velatamente minacciosa.
I due genitori si erano trovati di fronte alla necessità di accompagnare le figlie, che, giovanissime, lasciavano casa per andare a studiare all’estero, molto lontano, in ambienti diversi per affrontare le sfide della maturità.
La lista delle raccomandazioni si allungava, giorno dopo giorno. Avevano di gran lunga superato la lista di Scott Fitzgerald, che aveva offerto alla figlia 14 raccomandazioni di cui solo 4 positive: il resto erano divieti.
La proporzione tra indicazioni positive e negative rimaneva però in favore dei divieti, più o meno nelle stesse proporzioni. Improvvisamente, raggiunta la terza pagina della lista, si resero conto come scrisse Kurt Vonnegut che “la maggior parte delle lettere scritte da un genitore contiene i suoi sogni perduti, mascherati da buoni consigli”.
Aveva ragione Sant’Ambrogio: “Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri… Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi”.
Misero da parte la lunga lista. Eppure, mancava ancora qualcosa, che avevano letto in un libro di un caro amico letto anni prima.
“Il problema non è trovare la faccia giusta, il problema è avere il cuore giusto. È la semplicità del cuore”.
Infatti, Dio ha preparato per ciascuno di noi, ovunque siamo o andremo, chi ci potrà aiutare e gli incontri necessari alla nostra maturazione. Occorre solo la virtù della semplicità che permette di riconoscere i segni di Dio.
E le lasciarono andare con quelle poche parole, finalmente sereni.
E il tempo confermò la bontà di Dio.