Per le attività artigiane della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie o altri servizi di ristorazione, anche se non sarebbe un ritorno alla piena normalità, il take away rappresenterebbe un significativo modo di reiniziare, dopo il buio di 2 mesi di lockout.
Ma, purtroppo, tutto ciò potrebbe non accadere per le imprese del Piemonte, in quanto il presidente Cirio ha annunciato che intende fermare la soluzione del take away, fino a data da destinarsi.
Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati Unioncamere, sono ben 89.163 di cui 19.397 del settore dolciario.
La novità, annunciata domenica sera dal Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che con un apposito decreto autorizza a servire i propri clienti con la formula “take away”, potrebbe non riguardare la regione Piemonte. In qualche regione, come Toscana, Abruzzo e Veneto, queste imprese possono vendere i loro prodotti già da lunedì mattina. Per assicurare le necessarie garanzie sanitarie al consumatore, alle attività produttive è consentita la procedura per la vendita per asporto, che avviene tramite preventiva ordinazione online o telefonica e non presso l’esercizio, in modo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano in modo dilazionato, impedendo di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario alla consegna e al pagamento della merce.
“Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte – La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione. Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi? Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici – chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.