Apriamo il nostro giornale con la catechesi del Vescovo, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, per introdurre e celebrare la Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
E piace, in particolare, riconoscere la luce di una magistrale intuizione in quel richiamo alla glossolalia, cifra della presenza dello Spirito Santo nella nuova comunità dei credenti.
Nella Pentecoste che chiude la parentesi aperta a Babele, quando “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole”.
Ma questo sembra non bastare all’umana creatura, che coltiva il proprio proposito: ”Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”.
Quel nome portatore ed espressione di una “identità” che non tocca all’uomo costruirsi.
Sicchè, “Il Signore disse: Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera”.
Sappiamo come andarono le cose: quell’aggettivo “loro” a proposito dell’ “Opera” porta da un’altra parte rispetto all’adesione dell’uomo al disegno misericordioso di Dio.
Anche se in ciò non si consumi una sfida diretta, frontale.
Si invera, però, la tentazione antica della indipendenza della creatura dal Creatore, cosa opposta ed antitetica a quel libero arbitrio che è il primo dono pensato per noi.
Ancora, nella riflessione (c’è davvero tanto in questi tre minuti e poco più offerti all’ascolto dei Lettori) del Presule, quella che può presentarsi anche come (parafrsando) una “corrispondenza biunivoca” tra l’Uno ed il molteplice, quasi un flusso che segua un dinamismo naturalmente e profondamente dialettico.
Ma, è certo meglio lasciare il Lettore all’ascolto diretto e non mediato della parola del Vescovo.