I primi giessini di don Giussani in Sicilia iniziarono subito a vivere la sua stessa passione per la terra dove erano nati. Sicilia terra di cultura antica profonda, natura bellissima e amata, ma soprattutto terra di paradossi, fertilità e povertà, solidarietà spontanea ed ingiustizia.

Quando Monica vide il terreno che i giovani, ora adulti e con famiglie, avevano acquisito con tanta fatica e parecchio lavoro, venne colpita dal colore rosso della terra, ancora incolta. Le ricordò una canzone composta per la partenza dei primi missionari di giesse in Brasile: “Rossa Sera”.

Così nacque il nome della cooperativa, dedicata alla missione verso le terre abbandonate e dimenticate e verso i giovani disoccupati e le persone con disagi e fragili, anch’esse dimenticate e sole. Oggi la rossa distesa si è trasformata in campi coltivati e orti dimostrativi. Le moderne e semplici costruzioni comprendono anche una casa di accoglienza per dieci persone speciali, che, come possono, partecipano delle attività produttive e sociali.

Liborio, Sebastiano e tanti amici di Alcamo e di Castellammare del Golfo, in questa impresa per creare lavoro e sviluppo, soprattutto per i più poveri, si sono sentiti parte di quel movimento – poco noto, ma imponente – di cattolicesimo sociale, che ha benedetto queste terre. Una fioritura di personalità dedicate alla povera gente, perché potesse pienamente vivere del loro lavoro e della fertile terra.

L’alcamese Giuseppe Rizzo, prete fuori dalla sacrestia, contemporaneo di don Sturzo, creò una rete di casse rurali per aiutare i contadini ad accedere a prestiti agevolati, sfuggendo allo sfruttamento degli usurai. Ancor oggi la Banca di Don Rizzo esiste in Alcamo con ben 19 filiali. Il “banchiere solidale” accompagna il cammino di “Rossa Sera”.

Danilo Dolci socialista utopista, aveva imparato da don Zeno la necessità del sacrificio per la giustizia e il bene. Dopo aver conosciuto la durezza della vita dei pescatori e dei contadini di questa regione benedetta da Dio, si mette al loro fianco con metodi di lotta non violenta, come il famoso “digiuno dei mille” per ottenere facile accesso alle terre.

Infine, il beato Giacomo Cusmano, protegge questo tentativo di rete tra varie aziende, affinché i giovani possano amare e “tornare” alla loro terra, potendo anche vivere di essa.

“Rossa sera… il mio cuore t’ho regalato”.