(elisa moro) –Seguendo le orme del profeta della gioia cristiana”: guardando al fondatore, a “Padre” Filippo Neri, come i suoi figli spirituali sono soliti chiamarlo, la neo eretta Congregazione dell’Oratorio di Ivrea, costituita da Padre Andrea, Padre Riccardo, Padre Samuele e da Alessandro e riconosciuta ufficialmente l’8 dicembre 2022,

 

ha festeggiato con solennità e grande partecipazione – anche nel corso della novena, dal 17 al 25 maggio –  questo grande Santo, conosciuto, dalla maggior parte dei fedeli, per la sua proverbiale ilarità, ma anche per l’attenzione ai giovani e per la profonda carità verso i poveri e gli ultimi.

In particolare, la Santa Messa solenne del 26 maggio, giorno in cui la Chiesa ricorda il Santo, ha visto la partecipazione di Mons. Vescovo, Edoardo Cerrato, ma anche del Coro della Cattedrale, guidato dal Maestro organista Alessandro Veneri e coadiuvato dal Maestro Mattia Iseppato alla tromba.

Anzitutto alcune date, ricordate da Mons. Cerrato, nel corso dell’omelia, (integralmente ripresa nel video che, nel corso dei 25 minuti di repertorio, offre anche altri significativi momenti della Celebrazione): sono trascorsi 280 anni, in Piemonte, dall’erezione di una nuova casa oratoriana, mentre ancora si respira il gioioso ricordo del quarto centenario della Canonizzazione del Santo, avvenuta il 12 marzo 1622, quando Papa Gregorio XV elevò agli onori degli altari, oltre a Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Teresa d’Avila e Isidoro l’agricoltore.

Un uomo, Filippo, laico per 36 anni e sacerdote per i restanti 44, dal cuore grande, vissuto nel Rinascimento, “nell’epoca dell’intensità della vita” – per dirla con le parole di uno storico di fine Ottocento, Johan Huizinga – che lui ha perfettamente incarnato nel suo spirito, stravolgendo con l’inedito esempio di un’esistenza infuocata e “sopra le righe”, la stessa città di Roma, convinto che “chi fa bene a Roma, fa bene al mondo intero”.

Apostolo di un’evangelizzazione nuova, conosciuto per le “bizzarie” e le burle, ma profondamente contemplativo, “innamorato della preghiera intima e solitaria”, spesso nelle catacombe, soprattutto quelle di San Sebastiano, ma anche della comunione fraterna, vissuta con i primi discepoli del nascente Oratorio, sorto senza un minuzioso progetto alle spalle o una precisa volontà “programmatica” di Filippo, che tuttavia vedeva quest’opera crescere e maturare, anche al di fuori della città di Roma.

Nella pagina di Vangelo, proposta per la Festa dell’Apostolo di Roma, è risuonato l’invito del Signore: “Io sono la vite, voi i tranci. Rimanete in me e io in voi… Senza di me non potete fare nulla” (Gv. 15, 1-8); parole rese vere, concrete, nella vita di San Filippo, che amava ripetere, come ha ricordato Mons. Vescovo: “Chi vuol altro che non sia Cristo non sa quel che si voglia, chi cerca altro che Cristo non sa quel che si dimandi, chi fa e non per Cristo non sa quel che si faccia”.

A partire da quel cuore trasformato, fisicamente dilatato da quell’esperienza mistica, vissuta nella Pentecoste del 1544, quando ancora era laico, e constatata, dopo la morte del Santo, da numerosi Medici e testimoni oculari, la vita di Filippo è diventata segno tangibile dell’accogliere la vita nuova di Cristo.

Quel segno straordinario, definito da Pio XII – quando era giovane chierichetto alla Vallicella – nel quarto centenario di questo evento, “prodigio nuovo… singolare carisma di carità”, diventa, “per la Chiesa intera”, la modalità con cui rimanere uniti a Cristo, come veri tralci, aperti all’azione dello Spirito, permettendo frutti sempre nuovi, come dimostrano le numerose case oratoriane che continuano a sorgere, negli ultimi anni, in tutto il mondo.

Sotto la protezione di questo Santo, invocato anche come “Consigliere dei Pontefici” e “Apostolo della Città Eterna”, la comunità oratoriana di Ivrea, grata per il riconoscimento canonico, invita a volgere lo sguardo a Filippo Neri, modello sempre attuale: ha vissuto in pienezza, libertà e originalità la vita di battezzato in un’epoca oggettivamente “non facile”, suscitando, oggi come allora, stupore e attrazione, e continuando ad essere, per quanti lo incontrano sul cammino, via che porta all’incontro con Cristo.

Ora vi lasciamo con il video e la gallery