(elisabetta acide) – La giornata per la vita celebrata il 5 febbraio 2023 aveva come tema “La morte non è mai una soluzione”.
“Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,14)
Riflettere sulla vita vuol dire fermarsi a pensare alla logica del “dono”, all’importanza della vita nella sua totalità dalla tutela, alla dignità ma anche alle solitudini e alla “qualità”.
Nel promuovere una “cultura di vita”, i vescovi fanno riferimento a tre categorie di persone, le più indifese nella società attuale: la donna con suo figlio in grembo, in primis, il malato o l’anziano che affrontano difficoltà legate alla malattia, i migranti che scappano dalla guerra.
Anche la comunità di Borgo Revel partecipa alla diffusione della cultura della vita e sostiene, in collaborazione con il centro di aiuto alla vita di Chivasso, luoghi e situazioni nei quali c’è bisogno e necessità di offrire una “mano” per sottolineare e sostenere la “cultura della vita” con un aiuto concreto alle mamme in difficoltà o in situazioni di disagio e solitudine.
Il sostegno avviene con la vendita, prima e dopo la Santa Messa delle piantine di “primule della vita” per raccogliere fondi.
Ecco la celebrazione della vita!
Non dobbiamo dimenticare, come ha sottolineato il parroco don Valerio D’Amico, durante la celebrazione della Santa Messa domenicale, l’annuncio del Vangelo di oggi: siate il “sale della terra”.
Il discepolo-sale è chi ogni giorno, da’ sapore, fa assaporare, accarezza la vita, colui che sa rivelare il bello delle cose e nelle persone. Il discepolo-sale è colui i cui occhi emanano il rispetto amoroso per ogni vivente. Nella giornata per la vita, il Vangelo lancia una esortazione particolare: voi siete il sale, avete il compito di preservare ciò che nel mondo vale e merita di durare e la vita è sempre “meritevole”, va curata, difesa, preservata.
Abbiamo quindi il dovere di opporci a ciò che corrompe la vita, alla cultura “della morte” per far gustare, sempre, il sapore buono della vita.
Le “giornate” che progressivamente, su suggerimento dei vescovi italiani si susseguono durante l’anno devono essere per noi un invito alla riflessione e all’impegno di cristiani.
Riflettere come cristiani sui problemi sociali, sulla dignità e valore della persona, sulla pace, sulla custodia del creato…ci aiuta a riscoprire nei diversi aspetti ed ambiti della realtà, il luogo di incontro col messaggio di Cristo.
Occorre dunque operare, agire, impegnarsi perché la vita sia veramente umana e per farlo occorre che la carità diventi al tempo stesso preghiera ed azione.
“L’umiltà della luce e del sale: la luce non illumina sé stessa, nessuno mangia il sale da solo. Così ogni discepolo deve apprendere la loro prima lezione: a partire da me, ma non per me. La povertà del sale e della luce è perdersi dentro le cose, senza fare rumore né violenza, e risorgere con loro. Come suggerisce il profeta Isaia: Illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua ferita” Ermes Ronchi.
La primula
Le primule sono diventate il fiore simbolo della giornata per la vita. Il nome primula deriva dal latino “Primus” per indicare che si tratta di una pianta a fioritura precoce.
Dunque, le primule annunciano l’arrivo della primavera, ecco perché questi fiori semplici ma dai colori accesi diventano simbolo dell’apertura alla vita, dello sbocciare di nuove speranze, del celebrare la fioritura anche nel freddo e nelle difficoltà, crescendo spontaneamente, ci annunciano la rinascita della natura, la “vittoria del bene sul male” e dunque l’arrivo di una nuova prosperità.
Redazione Web