Archiviato l’avvio del nuovo anno scolastico in un clima improvvisamente polare, l’insolita ondata di freddo ci porta quasi obbligatoriamente a pensare che mancano appena una novantina di giorni a Natale! Possiamo fare il calcolo esatto e settare il conto alla rovescia mentre rimettiamo negli armadi costumi da bagno, teli mare, ombrelloni, materassini…
Peccato che l’attesa del Natale sia turbata dall’intermezzo della solita americanata rappresentata da halloween: un business scopiazzato dalla “way of life” nordamericana che solo in Italia l’anno scorso ha generato un giro d’affari di 200 milioni di euro spesi dalle famiglie (e quelle del Nord-Ovest nostrano ovviamente guidano la top delle spese). Contenti loro…contenti tutti! O forse no!
Eppure anche da noi c’era tutta una ritualità verso il mondo dei morti che chissà dove è andata a finire, che nessuno si è premurato di raccontare ai giovani e che nessuno ormai conosce più. Ma si sa che l’erba del vicino è sempre più verde: meglio una zucca vuota con una candela dentro che un piatto di castagne e un rosario.
Sia come sia, col ritorno sui banchi degli studenti la città ha ripreso il pieno ritmo. Anche gli ultimi vacanzieri dell’ultimissimo turno sono rientrati, qualcuno per trovare la via agli ammortizzatori sociali: sono quelli licenziati durante le vacanze (tipo mio figlio, se mi si perdona il riferimento autobiografico).
Al di là dei casi personali, la ripresa del normale ciclo di attività ha avuto luogo come sempre incurante delle specifiche situazioni. Già mezzo millennio fa, il poeta e grande drammaturgo inglese come William Shakespeare, paventando le transizioni in corso nel periodo elisabettiano, scrisse non a caso “Molto rumore per nulla”.
Il motore-Paese e il motore-città hanno ripreso a girare senza alcuna transizione degna di nota sui numeri tra elettrico e termico. Oggi la benzina “verde” costa più o meno come il vino: non a caso nessuno ha mai progettato un motore vitivinicolo, perché non vi sarebbe alcuna convenienza economica effettiva. Resta in auge, ammantato da un alone di mistero, il motore a idrogeno… e il pensiero corre subito al dirigibile tedesco Zeppelin LZ 129 ”Hindenburg”, costruito dall’uomo, l’oggetto volante più grande mai esistito pieno di idrogeno, ma che prese improvvisamente fuoco al pilone d’attracco di Lakehurst, nel New Jersey, e venne completamente distrutto nel giro di circa mezzo minuto: nel disastro morirono 36 persone.