È sicuramente il film del momento. “La zona d’interesse” ha vinto due Oscar come miglior sonoro e miglior film internazionale (strappandolo, con alcune polemiche, all’italiano “Io capitano” di Matteo Garrone) e si è subito distinto come scomodo e oggetto di molti commenti. Nel nostro paese ne hanno parlato Sabrina Ferilli, l’attore Massimo Ceccherini e poi… la stessa Liliana Segre, che ha affermato che non andrà a vederlo, poiché la vera zona d’interesse era dove avvenivano tutte le atrocità a cui ha assistito ella stessa. Ma di cosa tratta realmente la pellicola di Glazer? È un film sull’Olocausto?

Polonia, 1943. Rudolph Höss e sua moglie Hedwig vivono all’interno di una villetta con fiori e giardino: hanno cinque figlioli e conducono una serena esistenza borghese. Rudolph è comandante del campo di concentramento di Auschwitz e gli è stato concesso di vivere a pochi passi dal luogo di lavoro: il giardino fiorito, con orto e verdura di stagione, confina con il muro del campo di concentramento. Gli spettatori non vedono direttamente che cosa accade al di là del muro: si sentono di tanto in tanto urla, gemiti e l’abbaiare dei cani; tutto avviene all’interno della cosiddetta “zona d’interesse”, area di circa 25 miglia amministrata e controllata dalle SS.

Le scelte di Glazer sono state un po’ ermetiche in alcuni punti, a causa dell’uso simbolico delle inquadrature. La storia del film è liberamente ispirata al libro di Martin Amis; tutti paiono indifferenti di fronte a quello che accade poco distante, ignari o colpevolemente accecati dalla quotidianità e da tutto ciò che è apparentemente normale.

Molti hanno ricordato le parole di Hanna Arendt ne “La banalità del male”, in cui afferma che sono individui banalmente comuni a poter compiere il male: “Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”.

LA ZONA D’INTERESSE
di Jonathan Glazer
paese: Regno Unito, Polonia 2023
genere: drammatico
interpreti: Sandra Hüller, Christian Friedel, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Medusa Knopf
durata: 1 ora e 45 minuti
giudizio Cei: complesso, problematico, per dibattiti