Parlare del mese di agosto come quello “delle ferie lunghe” o anche solo “delle ferie” è ormai anacronistico e ampiamente superato dalle condizioni di vita attuali, soprattutto quelle più strettamente legate al lavoro, agli affari e a “come va il mondo”, per usare una forma popolare piuttosto indicativa. Chi si ricorda ancora di quando le grandi città si svuotavano del tutto e anche nelle medie e piccole non si trovava un negozio aperto in agosto, ed era problematico viverci? Ora, c’è chi va e chi viene dalle vacanze a luglio e agosto; alcuni lo hanno già fatto a giugno e altri lo faranno a settembre.

Abbiamo imparato a scaglionare le ferie. O forse siamo stati obbligati a scaglionare le ferie perché ormai il mondo non si ferma più ad agosto, come quando era trainato dalle grandi fabbriche che chiudevano tutte a fine luglio. Tutto gira, sempre, e quindi vige la regola dei turni tra colleghi, dirigenti e titolari.

Tutto è in movimento, magari un po’ rallentato, ma pur sempre in movimento perché l’economia, nel suo senso più ampio, non va in ferie per poter continuare a sopravvivere essa stessa e farci vivere nel vortice che si è creato e nel quale, volenti o nolenti, ci troviamo immersi. Non dimentichiamo chi le ferie non le può fare perché il portafogli non lo permette, o le ha accorciate per lo stesso motivo.

Non si ferma il volontariato che nei mesi estivi capta i più fragili, soli, anziani, famiglie in difficoltà di fronte a servizi di assistenza ridotti.

Appare evidente che le ferie (lunghe) d’agosto non sono più la tappa obbligata di ogni lavoratore autonomo o dipendente e le pubblicità “aperti per ferie” esistono ancora per attirare clienti. Nelle ferie di oggi è più facile di quelle di ieri trovare il gommista, l’idraulico, l’elettricista, è garantita la grande distribuzione che nell’anno chiude meno giorni di quante sono le dita di una mano. Comunque un qualche giorno di stop toccherà a tutti, fuori porta o tra le mura della città.

È possibile trovare itinerari che coniugano spensieratezza e spiritualità onde evitare che la spensieratezza conduca anche all’abbandono dei percorsi di fede faticosamente praticati negli altri mesi dell’anno.

Al contrario, riposo e svago dovrebbero favorire una specie di “lunga domenica”: pausa, riossigenazione di corpo e spirito, tempo di carità, contemplazione delle bellezze che ci circondano, sacramenti e preghiera, ringraziamento, lettura, gioia per sé e per gli altri. Buone vacanze.