(di Ferdinando Zorzi)
Il Vangelo di questa domenica, incentrato sul grande comandamento dell’amore, ha largamente ispirato ecclesiastici e fedeli attraverso le sue frasi, che sono come sententiae di verità e bellezza e si prestano facilmente a essere memorizzate e cantate. E questo è avvenuto, e avviene, indipendentemente dalla lingua in cui tale Buona Novella è trasmessa: se pensiamo al latino, abbiamo il profondo “Gaudium vestrum impleatur”, scelto come motto episcopale dal cardinale Arrigo Miglio; mentre in italiano possiamo notare “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”, “Non vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici” e “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”, che hanno dato spunto a varie composizioni di autori contemporanei, come monsignor Marco Frisina.
Anche nella lingua francese c’è un bel canto responsoriale tratto da un passo di questo Vangelo: “Il n’est pas de plus grand amour que de donner sa vie pour ceux qu’on aime”. Nella versione incisa per la raccolta “Jubilate” della comunità di Taizé, il ritornello è cantato da una voce bianca, a cui rispondono le migliaia di giovani presenti alle preghiere nei giorni in cui i frères aprono le porte della loro grande chiesa.
Per chi è stato almeno una volta presso la comunità monastica ecumenica, non lontano dall’abbazia di Cluny, il solo sentire questo canto equivale a ritornare in quell’atmosfera di preghiera, alternata al silenzio, e condivisione. Sapere di essere insieme a una moltitudine di fratelli e sorelle che si amano, non per un vuoto sentimentalismo, ma perché seguono l’esempio di Gesù, che ha insegnato il valore di dare la vita per i propri amici.
Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».