(Fabrizio Dassano)
Nel cuore dell’estate di due anni fa, il 14 agosto 2018 crollava il ponte Morandi di Genova, ammazzando 43 persone. Quel giorno ero a vedere le prove del concerto di Ferragosto a Pian Munè, sotto il Monviso: non ci fu il tempo per commentare più di tanto perché ci fu un fuggi fuggi generale per via di una serie di violenti scrosci di pioggia, ma la notizia si propagò come un tam tam tra la gente e l’impressione lasciata dalla tragedia fu considerevole e duratura. Fu esattamente allora che capii la differenza tra il cinematografo e le infrastrutture.
Il 13 febbraio 1983 l’incendio del Cinema Statuto (il cui gestore, per evitare l’ingresso degli abusivi, aveva sprangato le uscite di sicurezza) ammazzò 64 persone che erano andate a vedere una pellicola francese comica: “La Capra” di Francis Veber (regista che poi realizzò “La cena dei cretini” nel 1998), un film che ancora oggi non mi sono mai sentito di vedere. Dopo la tragedia dello Statuto, la reazione fu l’introduzione di nuove e più rigide norme di sicurezza che portarono alla chiusura del 60% dei locali di pubblico spettacolo in Italia.
Ho compreso la differenza quindi constatando che il 60% delle autostrade non ha invece chiuso per i fatti del ponte Morandi.
Certo, la smania della manutenzione dimenticata ha aggredito Piemonte e Liguria autostradale in piena estate Covid-19: oggi sulla A6 Torino-Savona i cantieri aperti in simultanea sono 6 ma per quel poco che sono riuscito a vedere nel mese di luglio, si poteva passare senza troppi drammi e senza eccessivi allungamenti dei tempi di percorrenza (certo non partendo da Ivrea alle 10 del mattino)!
D’altra parte, si sa che in estate la manutenzione stradale è indispensabile, così come la tracciatura delle linee bianche che delimitano la carreggiata e le linee di mezzeria dopo il lavoro di riasfaltatura. Un lavoro delicato e importante delimitato dai birilli. Qui da noi in Canavese c’è qualcuno, sulla Strada Provinciale 56 tra Strambino e l’innesto con la SP 78, prima di Caravino, che si sente evidentemente in vena di incarnare i miti umoristici e provocatori del programma “Top Gear” e si diverte a centrare i birilli che delimitano la vernice fresca. Chissà perché poi…
Poi ci sono anche dei casi opposti: come sulla ex-strada statale (ora Provinciale) 419 della Serra, che percorre un tratto del versante settentrionale della lunga collina della Serra morenica di Ivrea, che divide il Canavese dal Biellese e che collega Ivrea con Biella, con inizio a Borgofranco d’Ivrea, attraversa un tunnel di circa 1 km sotto la collina, quindi attraversa il torrente Viona e infine si innesta nella ex Strada statale 338 di Mongrando, a sud di Biella.
Qui il caso è che le linee bianche sembrano essere state dipinte da un artista della mano libera. Quindi attenzione alla direzione da prendere…