(Cristina Terribili)
Quanto pesano le parole degli altri? Tanto? Poco? Ci lasciano indifferenti? Ma poi chi sono gli altri? Quelli senza nome, quelli che si nascondono dietro profili social artefatti, chi si sente di dover dare una propria opinione anche quando non viene richiesta? Oppure gli altri sono le persone della famiglia, chi ti sta accanto, sono gli amici?
Quando si parla di altri bisognerebbe essere sempre un po’ più specifici. Eppure c’è chi cade vittima del peso delle parole di chi cerca ogni pretesto per manifestare il proprio odio e disprezzo (la propria pochezza d’animo, mi sento di aggiungere).
L’attrice Vanessa Incontrada, in un suo recente monologo televisivo dal titolo “La perfezione non esiste”, ha rivelato di esserci finita dentro, di essere rimasta impigliata in quei giudizi che da troppo tempo la perseguitavano.
È facile criticare una donna basandosi sul suo aspetto fisico. È sin troppo facile criticare chiunque per l’aspetto fisico: tutti saremo sempre troppo bassi, o alti, o grassi, o magri, o con la cellulite, senza muscoli, con le smagliature, con i piedi piatti e chi più ne ha più ne metta… E non importa quanto sia brutta o bella la persona che muove queste critiche, non importa quale tipo di relazione abbia con chi viene colpito dal suo giudizio, sempre insindacabile, sempre lapidario.
Alle parole, ai commenti di quella persona viene dato un peso enorme, che travolge, schiaccia, che amplifica naturali umane incertezze. Con rabbia e amarezza Vanessa racconta di quanto è comune il pensiero di sentirsi accettati o meno a seconda del peso, della taglia, del taglio o del colore dei capelli. E se nello sviluppo di ogni essere umano il bisogno di sentirsi apprezzati, di ottenere approvazione, anche fisica, è naturale, dobbiamo fare attenzione a chi permettiamo di muoverci degli appunti.
Vanessa suggerisce di circondarsi di persone che ti apprezzano, che sanno vedere quella persona nella sua totalità e che sono in grado di amare anche i difetti. Ma siamo poi sicuri che siano difetti quelli che abbiamo? Siamo sicuri che siano delle vere mancanze, che ci sia qualcosa che viene meno in noi? Se questo fosse vero allora ognuno di noi difetta, ognuno di noi è difettoso perché diverso da un altro e diverso da tutti, ognuno è in sé una mancanza. Oppure possiamo pensare che quelle lentiggini, quel dito un po’ curvo, quella fossetta, quella piega del corpo possano essere quello che ci fanno innamorare.
Lo spiegava bene il grande Robin Williams, nel film “Genio ribelle” quando diceva “le imperfezioni sono la parte essenziale” oppure “la domanda è se siete o no perfetti l’uno per l’altra, è questo che conta è questo che significa l’intimità”.
Possiamo poi anche aggiungere che la perfezione esiste e ne siamo circondati. La perfezione è in ogni sorriso che sboccia tra le labbra, nei piccoli gesti in cui notiamo gentilezza, in una carezza. La perfezione è insita in ogni essere umano che non si piega alla volgarità, che è capace di volgere uno sguardo pieno di attenzione a chi gliela chiede.
La perfezione è in due persone che si amano, che guardano insieme un tramonto, che sono assorte nell’ascolto della stessa musica; la perfezione è in due amici che si incontrano, in un secondo di complicità, quando i cervelli fanno click nello stesso istante. La perfezione è nel gioco di un genitore con il proprio figlio, nel piatto di pasta preparato con gioia.
La perfezione è nelle parole di conforto che rivolgiamo a chi ne ha bisogno, nel posto lasciato per far sedere chi è stanco, in quell’osservare silenzioso capace di accogliere la grazia di un momento. Perfetto è ogni tempo della nostra esistenza dedicato a chi amiamo, in cui entriamo in profonda comunione con un altro.
Perfetta è anche Vanessa nella sua elegante e prorompente bellezza, e perfetto è ognuno di noi, perché è un miracolo ogni vita che nasce, che cresce, che muove i primi passi, che si ribella nell’adolescenza, che si perde e si cerca continuamente, che invecchia, che vive la propria vita intensamente. Perfette sono le foto scattate ad alcuni anziani affetti dal morbo di Alzheimer che diventano capolavori dell’arte in mostra a Treviso.
La perfezione esiste e dobbiamo solo avere il coraggio di riconoscerla. Quello che non deve esistere è la possibilità che viene data ad un individuo di dire qualcosa di spiacevole nei confronti di un altro, donna, uomo, bambino, anziano che sia. La critica che annulla, fatta solo per arrecare un danno, che non offre prospettive di miglioramento, che è cieca nella sensibilità, ebbene, quella è la vera oscenità. Quello dovrebbe immediatamente disgustarci.
E per ultimo, se vogliamo riflettere su quali siano le caratteristiche che ci fanno innamorare di qualcuno, ricordiamo ciò che rispose quella famosa filosofa di nome Jessica Rabbit, quando Eddie le chiede cosa ci trova in un coniglio: Jessica non ha un attimo d’esitazione nel dire “mi fa ridere”.