di Emanuele Scaringi
paese: Italia, 2018
genere: drammatico
interpreti: Simone Liberati, Valerio Aprea,
Pietro Castellitto, Laura Morante
durata: 1 ora 39 minuti
giudizio: interessante

Michele Rech, in arte Zerocalcare, è un giovane fumettista romano creatore di strisce vivide, personali, e di libri di grande successo. È autore della graphic novel “La profezia dell’armadillo” (i suoi testi sono oggetti di culto per i numerosi fan), da cui è stato tratto il film di Emanuele Scaringi. La periferia di Roma si allarga nel quartiere di Rebibbia, ma non è lo spazio violento di Dogman o delle madri coraggio di “Fortunata”, bensì il non-luogo di oggi, dove sopravvivono trentenni senza scopo e senza identità: sono giovani ma non hanno età, non sono adolescenti eppure dipendono da uno o due genitori, il lavoro è un aspetto saltuario e poco convincente; non ci sono punti di riferimento e la politica è qualcosa che serve per riversare falsi ideali.

Il protagonista di nome Zero ha 27 anni, sa disegnare e cerca di sbarcare il lunario con le sue vignette e dando ripetizioni di francese, ha un amico Secco e una madre a cui fa visita regolarmente cercando di insegnarle ad usare il pc… E poi un giorno a casa, si ritrova di fronte uno strano personaggio, un grosso armadillo che cerca di diventare la coscienza del protagonista: proclama teorie esistenziali come il Grillo di Pinocchio e fornisce consigli al giovane amico sempre più scoraggiato. Come si può evincere dal riassunto della trama, la storia è in parte autobiografica, ma la trasposizione del racconto al cinema ha perso molto della sua originalità: molti dei fumetti e delle battute sono difficili da riprodurre attraverso le immagini della cinecamera: resta in ogni caso un tentativo di lettura più intimista nel cinema italiano.

Da segnalare un cameo: all’interno di una breve sequenza recita Adriano Panatta nel ruolo di se stesso… Davanti al perplesso Zero che gli propone un questionario, Panatta descrive come il rumore della pallina da tennis che rimbalza, il “pof, pof” sul terreno, sia il suono dell’armonia e della bellezza: qualcosa di incomprensibile per il giovane protagonista della storia.

Graziella Cortese