Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it

venerdì 17 Ottobre 2025

Reale mutua
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venerdì 17 Ottobre 2025

Ha concelebrato il Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera, con il parroco Don Valerio D'Amico

VEROLENGO MADONNINA - Per la novena in preparazione della Festa del Santuario ospite il Card. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino - Molto seguita l'illuminante omelia (integrale in video) che ha offerto una lezione semplice e persuasiva su cosa voglia dire essere veri discepoli di Gesù  - IL VIDEO E LA GALLERY

Ancora molti appuntamenti che si possono leggere qui

Novena in preparazione della Festa della Madonnina, il Santuario mariano che è punto di riferimento spirituale non soltanto per Verolengo, ove sorge, ma anche per una comunità assai più vasta, che si estende dal Canavese, al...

Ieri, 4 ottobre, Solennità di San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia

PONT CANAVESE - Don Gian Paolo Bretti, nuovo Parroco di Santa Maria Assunta e San Costanzo - L'abbraccio del popolo di Dio, l'omaggio delle Istituzioni - Santa Messa presieduta dal Vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera - VIDEO DI 40 minuti con un'ampia sintesi della Liturgia - La gallery

Unanime la riconoscenza per Don Aldo Vallero, che ha servito la comunità per oltre 50 anni

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Solennità di San Francesco, Patrono d’Italia, è certamente un dono particolare della Provvidenza iniziare un ministero pastorale così importante come quello di Parroco (Pievano) presso una...

Ieri 4 ottobre a Pianezza

REGIONE ECCLESIASTICA PIEMONTESE - Incontro dei delegati diocesani del Cammino Sinodale  - Messi a punto gli emendamenti al Documento di Sintesi, in un clima di autentica e cordiali sinodalità 

 

 

Appuntamento a Roma per la Terza Assemblea Sinodale dei giorni 24-26 ottobre 2025

(elisabetta acide) – Sabato 4 ottobre a Pianezza, presso Palazzo Lascaris, si è svolto...

Parrocchie di San Giacomo e San Michele

RIVAROLO CANAVESE - Una bella festa per l'inizio dell'Anno oratoriano - Bambini appartenenti alle 18 classi di catechismo, accolti da Animatori e Catechisti in un clima di entusiasmo e allegria - S.Messa presieduta dal Vice Parroco Don Antonio Luca Parisi - LA GALLERY - 

L’anno si è appena iniziato, ma le premesse sono già cariche di entusiasmo, fede e condivisione.

(anita zuffi) – Sabato 11 ottobre si è svolta presso i locali dell’Oratorio di San Michele,...

Sabato 4 ottobre, lungo un itinerario che ha svelato la bellezza di un territorio amico

AGLIE', CUCEGLIO, OZEGNA, SAN GIORGIO - In cammino sinodale tra i 4 Santuari mariani - Splendida giornata di grande significato per l'inizio dell'Anno pastorale - Nel giorno di San Francesco, celebrata l'umiltà - Momenti di vita in comune nella gioia e nell'affidamento a Maria - Integrale nel VIDEO l'omelia di Don Luca Meinardi - Gallery di 120 immgini - 

Madonna delle Grazie, Beata Vergine Addolorata, Madonna del Bosco e Misobolo

(fabrizio conto) –  Tutti uniti nel cammino sinodale, pellegrini di speranza con Maria. Nell’anno del Giubileo ed a poca distanza dal l’assemblea diocesana, le comunità parrocchiali di Cuceglio, Ozegna, San...

Santa Messa presieduta da Padre Alessandro Codeluppi C.O.

FELETTO - Marcia e prega 2025 - Una comunità in Cammino giubilare al Santuario di Belmonte -  I piloni dei 15 misteri del Rosario, posizionati ad intervalli regolari sul lato a monte del tracciato, hanno scandito la camminata e le preghiere dei fedeli in un’affascinante connessione tra natura e spiritualità - GALLERY E FILMATI

Sulla via del ritorno, un piccolo gruppo ha condiviso il cibo preparato a casa sulle panchine di pietra del Campass -

(gabriella franzino – edy guglielmetti) – Passo dopo passo sabato 11 ottobre, i...

Che dire? - Tutto veramente "Tov"

BORGO REVEL - "Giubileo Experience"  - Che cos'è la bellezza? - Condivisione, gioia, fantasia, studio della Parola di Dio, arte, intelligenza - Grande occasione offerta dalla Parrocchia di Sant'Anna a tutta la comunità, che presto sarà esportata a Crescentino - Rivediamo parte dello spettacolo con il VIDEO di oltre un'ora e la gallery -

Dall'alto, San Pietro e la Samaritana, guardano quaggiù e paiono domandarsi: cosa non ha funzionato?

Che cos’è la bellezza? La domanda ha impegnato filosofi e pensatori di tutti i tempi e la risposta che dà la Sacra Scrittura sussume ogni significato ulteriore nell’unica e originale, persuasiva ricerca di senso: “E Dio vide che...

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EDITORIALE

Pax vobis

Foto tratta da Pixabay La pace si invoca con convinzione, si costruisce con tenacia e si conserva...

Nella ricorrenza della Madonna del Santo Rosario

BORGO REVEL - L'abbraccio della Parrocchia di S.Anna al Vescovo Daniele - Il Presule ha voluto conoscere questa bella realtà, al confine della Diocesi, ma tutt'altro che... "periferica" - Video e gallery

Il saluto e i doni dei bambini, che hanno dialogato con il Vescovo, molto attento alle loro parole

(elisabetta acide) – L’occasione per l’attesa e graditissima visita del Vescovo di Ivrea,...

LOURDES / 2 – Pellegrinaggio interdiocesano Oftal presieduto dal Vescovo Mons. Daniele Salera

Prosegue il pellegrinaggio interdiocesano dell’Oftal (Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes) al santuario mariano di Lourdes.
Come sempre, la grande organizzazione fondata da Mons. Alessandro Rastelli nei primi Anni ’30 del ‘900, un’opera sociale ed ecclesiale veramente profetica, ha fatto le cose per bene ed anche in quest’ultimo pellegrinaggio a Massabielle dell’anno 2025, il Presidente generale, Mons. Gian Paolo Angelino ed i suoi collaboratori hanno realizzato un momento di fede e devozione mariana, vita in comune, solidarietà attiva, ascolto della Parola, condivisione dei Sacramenti, che resterà nei ricordi più belli dei pellegrini.

(Mons. Angelino con il Vescovo Daniele e Don Valerio)
Il pellegrinaggio a Lourdes si vive nella stupenda conca dei Pirenei, ma si ri-vive nella vita di ogni giorno, così bisognosa di grazie e doni spirituali, come l’esperienza lourdiana insegna ad impetrare per noi, le nostre famiglie, le nostre comunità: luoghi tutti bisognosi di pace, non meno che di misericordia.
Luoghi tutti – a incominciare dal nostro cuore – bisognosi di quella “guarigione” che talvolta si invera in prodigiose e miracolose liberazioni da malattie, dalle quali il malato è risanato in modo che la Scienza non riesce a spiegare.
Ma la guarigione decisiva per fare germogliare e crescere la pace nella nostra vita è la guarigione del nostro cuore.
Un cuore che deve modellarsi sull’esempio di Maria.
Ricercare e cercare di percorrere la “via mariana alla santità” è davvero quanto l’esperienza di Lourdes ci insegna.
L’esempio di Maria è un “tasto” sul quale Mons. Daniele Salera, Vescovo di Ivrea, ha insistito molto nella sua magistrale omelia dettata oggi, 15 ottobre, nel corso della Santa Messa internazionale che ha presieduto, presso la Basilica San Pio X, alla quale hanno preso parte tutti i pellegrini, di ogni provenienza oggi presenti a Lourdes, come è tradizione il mercoledì.

Il testo integrale dell’omelia è al termine di queste righe.
Al pellegrinaggio ha preso parte anche un bel gruppo (una quarantina) di pellegrini provenienti della Sottosezione Oftal di Chivasso (Chivasso è parte della Sezione di Vercelli) guidati dall’Assistente spirituale, Don Valerio D’Amico.
Ieri è stato il giorno della Via Crucis, un altro momento tra i più vividi nell’esperienza spirituale dei pellegrini.
Pellegrini che incontreremo ancora nel prossimo servizio.
***
Intanto, ecco il testo integrale dell’omelia di Mons. Daniele Salera.
Carissimi pellegrini,
nella Bolla d’Indizione di questo Giubileo papa Francesco ha scritto:
“La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. […] Come ogni mamma, tutte le volte che guardava al Figlio pensava al suo futuro, e certamente nel cuore restavano scolpite quelle parole che Simeone le aveva rivolto nel tempio: «Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34-35).
E ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì”, senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore.
In tal modo ella cooperava per noi al compimento di quanto suo Figlio aveva detto, […] e nel travaglio di quel dolore offerto per amore diventava Madre nostra, Madre della speranza. […]
Nelle burrascose vicende della vita la Madre di Dio viene in nostro aiuto, ci sorregge e ci invita ad avere fiducia e a continuare a sperare” (SNC 24). Come Maria ci insegna a sperare?
Come possiamo imparare da lei?
Anzitutto Ella ci mostra che la Parola di Dio va presa sul serio.
Tutti coloro che le hanno profetizzato quelle sofferenze che poi le sono arrivate attraverso la sofferenza del Figlio, l’hanno aiutata con le loro parole a prepararsi: la Parola di Dio nel tempo della prova è sempre luce per i nostri passi e traccia da seguire quando la strada è incerta o c’è molta nebbia.
Tanti cristiani perseguitati ci hanno sempre testimoniato che nell’oscurità del dolore e della sofferenza si sono aggrappati alla Parola e hanno trovato in essa àncora e conforto.
Se ci fidiamo del loro esempio e di quanto il Vangelo ci dice di Maria, faremo anche noi esperienza di una Parola che non capita a caso nelle nostre vite e che ci invita a non porre più la nostra sicurezza nei nostri pensieri o nelle esperienze del passato, ma nella libera adesione a quanto il Signore ci comunica.
In secondo luogo Maria ci insegna a sperare perché non reagisce subito nel momento della prova.
Ella ci mostra che per imparare a sperare è importante non reagire impulsivamente quando accade qualcosa che non ci aspettavamo: il Vangelo dice che “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).
Bisogna piuttosto trattenere nel cuore la risonanza che quell’evento produce in noi e lasciarla filtrare dalla Parola ricevuta.
Solo quando l’evento incontra la Parola ricevuta diventa più chiaro e si è in grado di interpretarlo.
In questi casi come Maria è bene non allarmarsi, ma fidarsi, poiché non vi è veramente nulla che sia estraneo alla Divina Provvidenza.
Se consideriamo gli eventi di cui la Madre di Dio è stata resa partecipe, possiamo notare che quasi nulla – dal momento dell’Annunciazione – è stato comune o prevedibile per lei: la nascita a Betlemme, la solitudine di quel posto, la precarietà della mangiatoia, la fuga in Egitto, le parole di Simeone, la ricerca del Figlio rimasto a Gerusalemme fra i dottori del tempio.
Quando anche noi meditiamo nel Rosario in particolare i misteri gaudiosi possiamo così ricordarci che proprio quei misteri possono essere per noi il banco di scuola su cui impariamo la lezione della gestione mariana degli imprevisti.
Sì, i misteri gaudiosi ci insegnano a non reagire con ansia a tutto ciò che ci sorprende, perché nulla è estraneo al piano di salvezza che il Signore ha previsto per noi.
Possiamo così sentire Maria anche come Madre della Fiducia, fiducia che si realizza proprio quando manca la sicurezza, quella sicurezza che ci viene dall’abitudine all’ordinario, a ciò che nella vita diamo per scontato.
È grazie alla sua fiducia che noi impariamo a sperare e a non abbatterci. Caratteristica della speranza è la reattività, il reagire, il non abbattersi, non cedere alle profezie negative della nostra testa e dello scoraggiamento e aggrapparsi anche con rabbia alle profezie positive della Parola di Dio.
Ci fortifica la scelta di tenere strette le profezie poco evidenti della Parola e non fidarci delle profezie opprimenti della mente: questo è uno degli effetti che la speranza porta alla nostra umanità: sperare ci rafforza, ci tempra, ci toglie la parte “molle” del carattere invitandoci a reagire. Giunti quasi al termine di questo anno giubilare possiamo riconoscere che essere pellegrini nel Giubileo della speranza ci ha reso più forti, come chi decide di uscire di casa per non piangersi addosso ed uscendo cammina e camminando reagisce e reagendo vince la disperazione.
Quel matrimonio aveva le “carte in regola” per essere un fallimento, un brutto ricordo, ma tu Madre sei stata ferma nella tua decisione di affidare l’umano fallire alla potenza di tuo Figlio e quell’acqua è diventata vino, un vino mai assaporato prima.
Così è di chi si fida, di chi spera, perché nulla è impossibile a Dio.

Protagonisti di una nuova cultura (di Lorenzo Iorfino)

Immagine tratta da Freepik
“Non accettare la violenza come normalità, alzare la voce quando l’ingiustizia si presenta, scegliere di costruire invece di distruggere”: è un invito che ho trovato in una lettera aperta ai giovani di Palermo. Parole che mi hanno colpito perché non suonavano come un discorso retorico, ma come un appello concreto a vivere diversamente.
Spesso pensiamo alla cultura come a qualcosa di fisso, un contenitore chiuso che custodisce regole, abitudini, linguaggi. Ma la realtà di ogni giorno è tutt’altro. La cultura è movimento, intreccio, dialogo continuo. È un insieme di significati che cambiano nel tempo, plasmati dal contatto tra persone, storie, modi diversi di interpretare il mondo. Ogni incontro modifica la forma della nostra vita quotidiana, la arricchisce di nuovi sensi. È una rete di relazioni che non si lascia chiudere in confini, e che oggi, in un mondo connesso e mediatizzato, si rigenera in ogni scambio, in ogni parola condivisa.
Mi sono chiesto che cosa significhi, oggi, essere parte di una cultura nuova. Non penso ai grandi discorsi, ma alle scelte quotidiane: il modo in cui reagiamo a un commento d’odio, come trattiamo chi è diverso, quanto spazio lasciamo all’ascolto.
All’università stiamo affrontando un tema che si lega perfettamente a questo: la “transculturalità”. In sostanza, l’idea che le culture non siano sfere separate, ma trame che si toccano. Nessuna resta identica a sé stessa quando incontra un’altra, e proprio in questo scambio si genera vita.
Lo vedo ogni giorno nei volti che incontro: ragazzi che arrivano da mondi lontani e si portano addosso accenti, gesti, memorie. Lo vedo anche in me, quando mi accorgo di usare parole che non mi appartenevano o di cambiare prospettiva dopo un dialogo sincero.
È in questi momenti che la cultura nuova prende forma: quando si smette di difendere i propri confini e si sceglie di lasciarsi attraversare.
Questa cultura cresce dove la rabbia si trasforma in parola, dove la paura diventa curiosità, dove la differenza genera movimento. È fatta di gesti semplici: ascoltare prima di giudicare, chiedere prima di escludere, creare invece di commentare. Non è perfetta, ma viva. Se continuiamo a pensare in termini della “nostra” e “vostra” cultura, di “giovani” e “mondo”, restiamo chiusi in isole che non comunicano. Invece, in una dimensione transculturale possiamo condividere valori, imparare a dialogare, crescere insieme. Le differenze, come dice il mio professore Gil, non dividono: arricchiscono. Forse è da lì che comincia la cultura che vogliamo abitare.

ALICE CASTELLO- Inaugurata la Street Art che invita ad aprire la mente al mondo. L’artista Dario Lauria ha trasformato una cabina di E-Distribuzione in un’opera intitolata “Tra le righe”

Dopo il successo della prima opera, in via Selva, inaugurata alla presenza delle scuole, una nuova cabina di E-Distribuzione nel Comune di Alice Castello si è trasformata in una tela a cielo aperto.
Protagonisti di questa iniziativa sono stati: l’artista, Dario Lauria; E-Distribuzione; l’associazione “Sogni Scalzi” e l’amministrazione comunale.
La street art si intitola “Tra le righe” ed è stata realizzata, appunto, da Dario Lauria, nella zona del salone polivalente di Alice Castello.
L’inaugurazione è avvenuta lunedì 13 ottobre nel piazzale antistante la cabina e hanno partecipato un’ottantina di studenti.
Dopo i discorsi inaugurali, gli studenti hanno fatto due laboratori sul tema della connessione digitale.
Il murales vuole essere una riflessione sul rischio di un’omologazione del pensiero e sull’eccessiva dipendenza dalla tecnologia.
L’opera raffigura un bambino che, invece di delegare la memoria e l’immaginazione a uno smartphone, scopre un libro. Aprendolo, la sua mente si illumina, rompe gli schemi e trasforma il mondo grigio circostante in un’esplosione di colori.
Il messaggio è chiaro: la lettura è la chiave per aprire la mente e per costruire un futuro non predefinito, ma ricco di creatività e possibilità.
“Ringrazio tutto lo staff di sogni Scalzi, oltre ad E-Distribuizione e dell’amministrazione, tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato cogliendo a pieno il senso ed il significato del murales realizzato – commenta l’artista Dario Lauria -. Non c’è gioia più grande nel pensare di trasmettere un’idea attraverso un disegno e sentirsela raccontare dai giovani studenti”.
All’inaugurazione erano presenti: Giovanna Giordano, consigliera comunale; Fabiola Vecchio, presidente dell’associazione “Sogni Scalzi”; Emilio Guido responsabile per E-Distribuzione; Gian Luca Molino, Affari istituzionali Enel e l’artista Dario Lauria.
Redazione Web

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32 anni per decidere se costruirla, 2 per edificarla (di Andrea Tiloca)

Foto: Meugliano, piazza della Cappella, foto anni ‘30
Il saggista Leonardo Sciascia scriveva: “La Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio”. Su questa breve esternazione ci sarebbe molto da discutere, ma sta di fatto che nella nostra bella penisola ci fu sempre grande devozione e lo dimostra il fatto che ogni piccolo borgo possiede almeno un tempio che riconduce ognuno di noi a quella universale, divina istituzione che è la Chiesa universale.
Anche Meugliano, in Valchiusella, non fa eccezione, ma del primitivo edificio esistente tra il XVI e il XVII secolo, a noi giunge solo una scarna descrizione: “Essa è alquanto spartana, con un asse ligneo fungente da altare e senza volta” e ne attesta altresì l’esistenza un decreto del Vescovo di Ivrea Monsignor Giuseppe di Ceva del 1626 nel quale si ordina la costruzione di una nuova chiesa con la stessa intitolazione della precedente, di ragionevole capacità, sul medesimo sito: “Mandavit et præcepit Comunitati dicti loci ut infra sex menses proximos debeat refabricare cappellam in dicto loco et, ubi perfecta fuerit iussit denominare eodem titulo et invocazione qua denominabitur ab antiquo”.
Nel 1626 venne quindi eretta una nuova cappella, intitolata all’apostolo Bartolomeo, con ingresso rivolto verso ponente, per comodità della popolazione di Novareglia la quale contribuì alle spese di costruzione.
In questo edificio sacro si aprivano tre finestre di cui una a semicerchio, vi era un lampadario in ottone pendente dall’architrave e possedeva un altare in pietra lavorata, nonché una pala centrale raffigurante San Bartolomeo e due ancone effigianti una la Madonna col Bambino e San Giuseppe, l’altra San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova.
Sul lato della cappella, lungo la strada che univa il paese a Novareglia e a Vico, ma staccato da essa, nel 1767 venne costruita, ad opera del capomastro Giovanni Battista Marti-nallo, una sacrestia servente anche da sala delle riunioni per i municipi di Meugliano e Novareglia.
Fungeva da campanile un arco in pietra ubicato all’incirca dove nel 1894 fu piazzata la grande fontana che poi, una ventina di anni or sono, fu spostata più a sud.
La proposta di edificazione di un ulteriore nuovo tempio in sito più conveniente, avanzata dal meuglianese senatore avvocato Nicolao Gattino fu accettata dal Senato del Regno e dalla Curia Eporediese rispettivamente il 14 e il 21 marzo 1786.
Nella mozione il senatore Gattino proponeva di costruirla a sue totali spese purché fosse concesso a lui e ai suoi eredi di usarne la cripta come sepolcro e di porre un’iscrizione sulla facciata.
Non conosciamo i motivi per cui l’Amministrazione comunale approvò il tutto dopo un spropositato lasso temporale, ovvero il 16 giugno 1818.
Nello stesso anno prese il via la fabbrica del nuovo tempio di San Bartolomeo che si concluse due anni più tardi con la consacrazione definitiva della chiesa che tutt’oggi si erge sulla piazza centrale del paese.
Il nuovo tempio vide a breve, nel 1821, lo scoppiare dei sanguinosi moti rivoluzionari che non risparmiarono neppure quelle zone collinari.
Nel 1831 il figlio di Nicolao Gattino, avvocato Giuseppe Antonio, sempre con finanze proprie, fece decorare l’interno della chiesa e costruire l’adiacente, spaziosa sacrestia e l’alta torre campanaria.
Su una lapide in marmo nero, in sacrestia, a ricordo dell’edificazione della chiesa voluta dal padre sta scritto: “Hanc ædem divo Bartholomeo sacram ad popularum suorum commodum a fundamentis suo proprio erexit, ornavit Nicolaus Gattinus jurisperitus. MDCCCXX”.
Negli stessi anni egli dovette difendersi in giudizio dall’accusa, mossagli da alcuni compaesani, di appropriazione indebita dei materiali della preesistente cappella. La causa fu vinta dal Gattino. Il cappellano di Meugliano, nominato dal Vescovo di Ivrea era anche cappellano di casa Gattino e maestro elementare. La sua abitazione e le aule scolastiche erano ospitate in una casetta in pietra situata a monte della piazza di proprietà della famiglia stessa.
Tra i vari cappellani avvicendatisi ci giunge memoria di don Lorenzo Bogni da Lombardore che ebbe il titolo dal 1873 al 1899 e don Giuseppe Rivara da Rivarolo Canavese, l’ultimo maestro cappellano dal 1908 al 1968.
Don Rivara fu anche l’ultimo cappellano dalla famiglia Gattino, poi imparentatasi con i conti Ricardi di Netro, fino al 1925 con l’estinzione del casato, maestro di scuola fino al 1948 e il primo cappellano dell’erigenda succursale della Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo che operò a Meugliano dal 1963 al 2000.
L’architettura della cappella è baroccheggiante, presenta all’interno un’unica navata e ospita, nell’abside, una grande pala ovale raffigurante il martirio dell’apostolo Bartolomeo sotto la quale vi è in modesto ma pregevole coro ligneo e sui lati due enormi dipinti su tela effigianti l’assunzione della Beata Vergine Maria e la strage degli innocenti.
Di buona fattura sono i quadretti a rilievo della Via Crucis.
Sulla parete sud, sopra al confessionale, si trova un antico crocifisso racchiuso in un ovale in marmo. Sulla parete nord, invece, una scultura della Madonna trafitta.
Sui quattro lati della navata le statue dei Sacri cuori di Maria e Gesù, di San Giuseppe e di Sant’Antonio di Padova.
Il pregevole tabernacolo e la mensa furono offerti, in epoche diverse, dalla popolazione locale.
Il portale, la cui chiave pesa cinque ettogrammi, fu restaurato a più riprese. Le ultime risalgono al 1995 e al 2022 a spese della Pro Loco.
I muri perimetrali dell’edificio appartengono al Comune, in quanto la cappella era una proprietà dell’avvocato Nicolao Gattino che la lasciò in eredità all’allora Comune di Meugliano. Tale lascito è menzionato anche nel testamento dell’ultima discendente del casato, la contessa Flaminia Ricardi di Netro la quale spirò esattamente un secolo fa, il 27 ottobre 1925.
Tra i tanti ricordi, quello dell’arrivo della Madonna del Monte Stella durante la Peregrinatio Mariæ del 1948, la quale fu accolta nella piazza sotto una pioggia scrosciante e poi condotta in chiesa, dove l’arciprete di Vico don Pietro Aimino presiedette la funzione liturgica.
Tra i pochissimi meuglianesi, si pensi che la popolazione residente non supera le cinquanta unità, era ancora viva, fino a pochi anni fa, l’espressione “Andar a la capela” per indicare che ci si recava in piazza.
Oggi la cappella domina ancora la piazza ed è simbolo del paese, di una piccolissima comunità che sempre gira attorno al suo bel tempio.
Meugliano, piazza della Cappella oggi

 

Battuta d’arresto in Toscana per Lega e 5 Stelle; Riformisti e Popolari chiedono chiarezza al Pd

Continua e si accentua in modo preoccupante la scarsa partecipazione alle urne: nella “rossa” Toscana ha votato alle regionali appena il 47% degli aventi diritto (quindici punti in meno in cinque anni); ad Aosta, patria delle autonomie, solo il 45% degli elettori ha scelto il nuovo sindaco.
Governatori e primi cittadini sono ormai espressione di una minoranza, anche se esercitano il potere a nome di tutti. La riforma elettorale, con la scelta diretta del “vincitore” (modello USA), ha garantito la durata del mandato, ma non ha avvicinato la politica ai cittadini. Anzi. É cresciuta la personalizzazione dei leader, è diminuito il ruolo delle forze politiche e, soprattutto, il confronto sui programmi, nella logica della partecipazione al “bene comune”, pur nel rispetto dei diversi ruoli di maggioranza e opposizione.
La politica e i media sono preoccupati della disaffezione delle urne, che appare anche come una forte critica all’intero sistema politico. Ma non emergono proposte nuove, prevale lo “status quo”.
La Toscana, quarta regione al voto nel volgere di poche settimane, ha ridato fiato al centro-sinistra, con l’ampia vittoria del Governatore Emilio Giani (Pd), che ha staccato di 13 punti il candidato del destra-centro, Alessandro Tomasi. Buoni risultati per AVS (Alleanza Verdi-Sinistra) e Casa riformista di Renzi, mentre delude ancora il M5S, che non raggiunge il 5%; primo posto per il Pd, che sfiora il 35% nonostante la concorrenza a sinistra di “Toscana rossa” (5%). Nel destra-centro primato a Fratelli d’Italia (26,8%), “maglia nera” alla Lega che si ferma al 4%.
Conte e Salvini sono i veri sconfitti di questa consultazione, che fa emergere i punti deboli dei due schieramenti. La Lega della Toscana, appaltata dal vice-premier Salvini al gen. Vannacci, ha fatto scoppiare lo scontro politico interno al Carroccio tra la linea nazionale di ultra-destra del segretario e la posizione autonomista dei Governatori del Nord, fedeli al fondatore Umberto Bossi. La Lega del Nord, tuttavia, ha dovuto subire l’umiliazione del governatore Zaia (Veneto): sarà sostituito da un fedelissimo di Salvini, che, in cambio, ha ceduto alla Meloni la prossima leadership della Lombardia.
Nel centro-sinistra è in discussione il ruolo degli ex grillini perché nelle tre recenti elezioni regionali (Marche, Calabria, Toscana) hanno raggiunto risultati modesti (ad una cifra), segni di un dissenso del loro elettorato sulla strategia di Conte (accordo con il Pd). Non si può dimenticare l’origine populista con Beppe Grillo, l’intesa di governo (2018) con Salvini su una linea sovranista, la collocazione attuale all’estrema sinistra nel Parlamento di Strasburgo.
Ma la contestazione ai Pentastellati giunge anche dall’area riformista del Pd, che accusa la Schlein di aver concesso troppo a Conte sul piano programmatico. In particolare l’ex premier Gentiloni contesta la posizione filo-russa dei grillini sulla guerra con Kiev e la scelta di opposizione radicale al governo di Bruxelles: con questa linea – secondo Gentiloni – Pd e M5S non potranno costituire un governo europeo affidabile. Analoga la critica della vice-presidente dem di Strasburgo Pina Picierno, schierata a difesa di Kiev. Non sono infine superate le riserve di diversi parlamentari dem per l’astensione, imposta da Conte, sul piano di pace per Gaza, approvato anche dall’Autorità Nazionale per la Palestina.
Nel Pd si continua a discutere di un congresso l’anno prossimo, per un chiarimento definitivo tra radicali e riformisti, nella prospettiva delle politiche 2027. Per gli onorevoli Franceschini e Bettini, due autorevoli suggeritori della segreteria, tutte le posizioni vanno inserite nel “campo largo”; ma la caduta di partecipazione nelle ultime elezioni spinge Prodiani e Popolari a chiedere una linea chiara.
Infine il destra-centro deve decidere il destino della Lega di Salvini: frantumarla, per accrescere il peso di Fratelli d’Italia, o riportarla a “partito del nord” per sconfiggere la posizione filo-Putin di Salvini e Vannacci, inquietante sul piano internazionale?
La politica estera, con il tema della pace, avrà un ruolo di primo piano nei programmi dei Poli.

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