Tenuta Roletto
Risvegliopopolare.it

venerdì 28 Marzo 2025

Reale mutua
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Ampia sintesi dell'omelia dettata dal Presule domenica 23 marzo

VILLAREGGIA - La comunità unita nella preghiera di metà Quaresima con il Vescovo Daniele - Mons. Salera ha accolto l'invito del Parroco Don Alberto Carlevato a condividere un momento di comunione, unendosi al cammino del popolo di Dio ed offrendo la propria parola - 

Un pio esercizio foriero di molti frutti: "Scegliete un crocifisso che vi piace particolarmente (…) e ritrovatevi a pregare di fronte a quel crocifisso consegnando su quella Croce tutte le sofferenze che avete nel cuore" -

(testo di renato scotti – immagini di sandro frola e stefano gianuzzi) – La terza domenica di...

Bella iniziativa svoltasi nei giorni dal 16 al 20 marzo -

AGLIE', CUCEGLIO, SAN GIORGIO, SAN GIUSTO E OZEGNA - Il pellegrinaggio giubilare delle Parrocchie affidate a Don Luca Meinardi e Don Marco Marchiando, occasione di preghiera vissuta in pienezza e anche momento di condivisione e amicizia, con una vera messe di grazie e doni spirituali - 

Non sono mancate le opportunità culturali, le visite, anche grazie alla assidua assistenza del Cardinale Arrigo Miglio - 

(Testo e immagini di Donatella Novaria) – con il passaggio della Porta Santa e l’omonimo...

Dal 15 al 23 marzo, la testimonianza di una comunità viva e vitale

ROSONE - Giorni intensi di festa in onore di San Giuseppe - Apice dei festeggiamenti, il 19 marzo, la celebrazione della Santa Messa solenne presieduta dal  Vescovo Mons. Daniele Salera, alla sua prima visita in Valle Orco - GALLERY DI 100 IMMAGINI

Il vescovo Daniele, dopo la fiaccolata, ha ancora voluto intorno a sé i tutti papà presenti nella chiesa per una preghiera comune e invitarli a seguire l’esempio di San Giuseppe.

La piccola frazione di Rosone nel Comune di Locana si è vestita a festa dal 15 al 23 marzo per...

La prima Eucarestia celebrata alla Madonnina il 25 marzo 1699

MADONNINA DI VEROLENGO - Nell'anniversario della prima S.Messa al Santuario, punto di riferimento spirituale per una vasta area che abbraccia territori anche oltre la Diocesi di Ivrea, il popolo di Dio accoglie la Reliquia del Beato Carlo Acutis - 

Una vera Grazia che il Parroco Don Valerio d'Amico ha ottenuto, per l' occasione, dal vescovo di Assisi, S.E.Mons. Domenico Sorrentino - LA GALLERY

(giancarlo guidetti) – Con una straordinaria partecipazione la comunità di fedeli si è raccolta presso il santuario della Madonnina di Verolengo per celebrare un evento eccezionale. Il 25 marzo 1699 veniva celebrata la...

Don Angelo Bianchi presenta le iniziative dell'Anno Giubilare vicariale

CASTELLAMONTE - Il Santo Rosario, viatico per le iniziative dell'Anno Giubilare vicariale - Tanti momenti di riflessione, preghiera, analisi del tessuto sociale, ascolto della Parola  - IL VIDEO

Molta attesa per la lectio del Card. Arrigo Miglio e per la visita del Vescovo Mons. Daniele Salera

(giancarlo guidetti) – Castellamonte: Anno straordinario quello appena iniziato, anno del Giubileo. In tempi così difficili per un’ umanità confusa, divisa, abbagliata da idoli mendaci, che percepisce come incerto il...

Documento destinato a restare memoria storica della Diocesi che riprende la trasmissione in diretta streaming

IVREA - Benvenuto Vescovo Daniele - Integrale, il filmato della S.Messa di ingresso in Diocesi del nuovo Pastore della Chiesa eporediese e canavesana –

Dal Tempio dell’Immacolata e dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, sabato 15 febbraio 2025

Un giorno di grazia per il popolo di Dio che è in Ivrea, quello dell’ingresso in Diocesi del nuovo Pastore della Chiesa eporediese e canavesana, il Vescovo Mons. Daniele Salera. Il filmato che proponiamo ai nostri Lettori, messo...

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ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio

PAROLA DI DIO - Letture dalla Liturgia nella I Domenica di Quaresima - "Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato" - Video omelia di Padre Roberto Pasolini - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide -

Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome

  Dt 26, 4-10 Dal libro del Deuteronomio. Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote...

PAROLA DI DIO - Letture dalla Liturgia nella Solennità di San Giuseppe - "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa" - Video catechesi di Papa Francesco - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide - 

  2 Sam 7, 4-5.12-14.16 Dal secondo libro di Samuele In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Quando i tuoi giorni saranno...

Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

PAROLA DI DIO -  Letture dalla Liturgia nella II Domenica di Quaresima - "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!" - Audiovideo con Padre Roberto Pasolini - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide 

La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo

  Gn 15, 5-12. 17-18 Dal libro della Genesi. In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli...

Consulta della Carità: le reazioni dei laici all’intensa lezione di sinodalità del Vescovo Daniele

IVREA – Oltre 200 persone hanno affollato, giovedì sera della settimana scorsa, il salone dell’Orato- rio San Giuseppe ad Ivrea, per un incontro chiesto dal vescovo monsignor Daniele Salera nel suo messaggio per la Quaresima, allorquando sollecitava la costituzione di Consulte della Carità parrocchiali e vicariali.
Molto più che un incontro operativo, si è trattato di una “lezione” sul metodo sinodale offerta dal vescovo stesso e che ha tenuto viva l’attenzione dei presenti per i 45 minuti in cui è durata. Senza mai neppure pronunciare la parola “sinodo” il vescovo ha in realtà indicato come applicare la sinodalità alla carità (tema caro al periodo quaresimale) la- sciando ben intendere che questo metodo è applicabile a tanti (per non dire tutti) gli ambiti della vita ecclesiale.
L’insegnamento del vescovo
Lo schema di monsignor Salera diventa chiaro dopo averlo ascoltato e assimilato, probabilmente un approccio che non tutti si attendevano in quella serata in cui sembrava dover prevalere il tema della “consulta della carità” nelle sue sfaccettature pratiche, nel provare ad affrontare i problemi da risolvere in favore di tanti beneficiari.
Ma prima di tutto questo – ha detto il vescovo Daniele – c’è il discerni- mento comunitario ben insegnato dal capitolo 15 degli Atti degli Apostoli: “Il discernimento comunitario dà rilievo ai carismi e ai ministeri che animano la comunità cristiana, non si sostituisce ad essi attraverso votazioni a maggioranza o mozioni d’ordine. Lo si vive perché si ha bisogno di capire come relazionarsi alla realtà o a particolari eventi della vita comunitaria in accordo con lo Spirito. È dunque una delle esperienze più esaltanti dell’intervento della grazia nel vissuto quotidiano delle comunità cristiane, ed insieme una delle più alte espressioni della libertà del- l’uomo”.
L’esempio degli apostoli
I partecipanti alla serata sono posti davanti alle situazioni vissute dagli Apostoli: la scelta di Mattia come colui che avrebbe dovuto colmare il vuoto creatosi con la morte di Giuda Iscariota, la soluzione trovata attraverso l’elezione e la consacrazione dei sette diaconi per risolvere il problema dell’iniqua distribuzione degli aiuti alle vedove, e ancor più eloquente, il fatto che ad Antiochia Paolo e Barnaba sono criticati da alcuni credenti di origine giudaica che ritenevano necessaria la circoncisione per essere salvati. Dissentono, ma si rendono conto di doverne venire a capo poiché il tema è pressante. Come fare?
Il vescovo indica il metodo per mettere a fuoco il processo di discernimento comunitario così come il libro degli Atti stesso ne parla: “Si parte da una questione specifica, un problema da risolvere, una novità da affrontare per la quale non si hanno soluzioni o se ne hanno diverse, il che rischierebbe di provocare una situazione di stallo o un conflitto – dice monsignor Salera -. Ci si ascolta pacatamente, dando a ciascuno la possibilità di esprimersi e riconoscendo il ruolo o il ministero come voluto dal Signore, si è docili alla Scrittura, non si vota, non si decide a maggioranza, ma si dà modo a chi è a capo della comunità di arrivare ad una sintesi, si constata quali considerazioni generano un consenso spontaneo fra i partecipanti e fanno vivere già qui ed ora un’esperienza di comunione. Ed infine si dà rilievo all’effetto che la decisione presa produce nel gruppo o in chi usufruisce dell’esito finale”.
Il metodo sinodale
A margine di tutto questo è importante – fa notare il vescovo Daniele – che non si seguono i percorsi delle idee, non si condivide ciò che ciascuno pensa sia meglio, non si parte dalla certezza di possedere la verità, bensì si condivide l’esperienza che il Signore ha fatto compiere a ciascuno degli astanti, si condivide l’illuminazione che il Signore ha donato alle menti, la conversione dei cuori che oggettivamente è stata provocata da Colui che è il vero “autore della vita”.
Una lezione di metodo che, se assimilata dalla Chiesa in tutte le sue componenti, è certamente destinata a portare frutti.
Sul prossimo numero proporremo il commento alla serata e alle proposte del Vescovo Daniele, da parte di alcuni sacerdoti presenti all’incontro di mercoledì scorso. Su questo numero raccogliamo invece le reazioni a botta calda di alcuni laici presenti.
Per Marina (parrocchia della Cattedrale), la serata ha avuto un esito positivo: “semplice e coraggiosa la proposta del vescovo, che potrà fare del bene prima di tutto a noi, alla nostra comunione diocesana” e che “ci ha chiarito innanzitutto come ci sentiremo quando avremo raggiunto ciò che comunitariamente ci proponiamo di individuare: saremo contenti. L’attenzione è stata posta sul metodo, il processo nel quale siamo invitati a lasciarci coinvolgere. Non un compito che dovrà risultarci pesante e difficile. Avrà, tanto per cominciare, i Suoi tempi: quelli del Signore”.
Per Barbara (Parrocchia del Borghetto) “le persone hanno risposto con entusiasmo all’invito e l’accoglienza è stata calorosa e affettuosa; il clima iniziale di curiosità e attesa si è trasformato in un momento di vicinanza e comunione di intenti. Sono fiduciosa nel percorso di Quaresima Comunitaria: occorrerà considerare il viaggio con gli occhi e il cuore del forestiero e del migrante, portando con sé solo l’essenziale, altrimenti il cammino sarà troppo faticoso. Se sapremo essere comunità, quel modo di discernere nell’ambito della carità potrà funzionare. Probabilmente costruire- mo elementi, passaggi e risultati che oggi non riusciamo ad immaginare, cresceremo insieme, coinvolgendo persone e famiglie giovani che hanno bisogno di luoghi di maturo discernimento. La serata è stata un inizio in un processo di crescita e ne abbiamo colto il messaggio perché ne sentivamo il bisogno”.
Anna, Rosanna e Robertilla, arrivate da Rivarolo, ci dicono che quello del Vescovo “è stato un intervento chiaro, conciso: ci ha assegnato un compito specifico, con indicazioni precise sul metodo di lavoro. La Consulta della Carità ci aveva incuriosite, non capivamo bene che cosa si intendesse, di primo acchito pensavamo si parlasse di cose concrete e inerenti al settore… siamo di fronte ad un nuovo modo di procedere nell’ambito della Carità, lavorare in comunione di preghiera e riflessione: non eravamo abituate, dobbiamo imparare ad ascoltare e condividere di più”.
Per Giovanni, della parrocchia di San Lorenzo di Ivrea, l’incontro “è stato alla fine quello che mi aspettavo: l’avvio di una nuova stagione di risveglio per favorire nella popolazione un forte spirito cristiano attento ai problemi sociali che funzionerà se si riuscirà a sviluppare una maggiore rete di rapporti e di informazioni. La trattazione biblica è stata un buon mezzo per meglio invogliare i partecipanti ad accrescere l’impegno per le attività caritative col metodo sinodale”.
Morena di Orio Canavese confessa invece che quanto emerso dalla serata “non era quello che mi aspettavo, ma ne sono rimasta positivamente sorpresa. È stata un incontro davvero interessante, mi ha trasmesso fiducia che come comunità cristiana possiamo sicuramente fare qualcosa in più per il prossimo col metodo del sinodo, camminare tutti insieme condividendo ciò che il Signore ci ha illuminato, ricordandoci che il vero autore della nostra vita è Dio”.

PAROLA DI DIO – “Il Signore ascoltò la nostra voce”

 
Dt 26, 4-10
Dal libro del Deuteronomio.
Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».
Sal 90
RIT: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».
RIT: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.
Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.
RIT: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.
Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.
RIT: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.
«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».
RIT: Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.
Rm 10, 8-13
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Lc 4, 1-13
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
“Il Signore ascoltò la nostra voce” (prima lettura)
Pochi e semplici versetti eppure la storia del popolo è qui.
Il Dio dei Padri ascolta la voce del popolo, il Signore non abbandona, è un Dio vicino, tenero, sensibile, che ha a cuore il “grido” di ogni uomo.
Un Dio “liberatore”, che accanto alla tenerezza ha braccio teso e mano potente, un Dio che opera “segni e prodigi”.
Un Dio che “guarda” all’uomo nella storia, che ascolta le grida degli oppressi, che salva.
Un Dio che ha “tratto” il popolo da quel paese non suo, un popolo che sa di avere come uno dei “padri” un “arameo errante” (Giacobbe), un popolo che “riceve” una terra, un Dio che “dona” come promesso.
Una fede che è “dialogo” tra Dio e popolo.
Una fede che oltrepassa il tempo e la storia.
Una fede che vede la realizzazione delle promesse del Dio fedele.
E in questo percorso, in questa storia attraverso i secoli “Dio c’è”.
Rassicurante e bella questa “Presenza”, il popolo ebraico lo ha “sperimentato”: Dio è Presente ed opera nella storia.
Non un “dio silenzioso” o “silente”, ma un Dio Presente.
Un Dio che “ascolta” e “vede”.
Ecco il Dio mai nascosto, sempre “vigile”, sempre “in attesa”, sempre paziente  e misericordioso.
Il libro del Deuteronomio ci invita a ripercorrere le vicende dell’esodo, dell’attesa e della promessa, ci invita a “donare” e “ridonare”, “presentare” a Lui ciò che da Lui abbiamo ricevuto.
Una parola che oltrepassa i millenni, che dovrebbe scuotere anche i nostri ricordi e le nostre attese, i nostri dubbi e i nostri scetticismi.
Dio è Presente.
Dio dona.
Dio Salva.
Dio fa “percorrere” il deserto, ma non lascia lì, fa “oltrepassare” all’uomo il deserto, per quella “terra dove scorre latte e miele”.
Non è un semplice “ripercorrere” gli avvenimenti”, è una certezza.
Dal deserto a quella terra…
E san Luca, nel suo Vangelo, ci presenta un “uomo nel deserto”.
Meglio: non un “uomo”, qualsiasi, quell’uomo che appena battezzato nel Giordano era stato chiamato “Figlio prediletto”, un uomo condotto “dallo Spirito” nel deserto.
Nel deserto condotto, dallo Spirito, ma non “abbandonato”.
Catapultato nella “condizione umana” per vivere con i fratelli.
Quaranta giorni… ecco il numero “del deserto”: il numero della traversata e quello della permanenza sul Sinai, quello di quei giorni di diluvio, numero di quegli abitanti a Ninive che attendono il perdono… età in cui Isacco decide di farsi una famiglia, tempo percorso per arrivare all’Oreb e tempo di “esplorazione” di quella terra dove scorre “latte e miele”, tempo di quei “re” di Israele.
Quaranta, lo sappiamo, non è un “numero” ma una lettera (MEM) che nel suo significato ci racconta di un “tempo aperto alla vita”.
Quaranta: tempo di attesa e di prova. Situazione di “provvisorietà”.
Tempo della prova e della preparazione.
Tempo di fede.
Tempo delle decisioni e delle responsabilità.
E quell’uomo, per quaranta giorni nel deserto, non è solo: lo Spirito che  lo ha condotto, lo accompagna alla comprensione della “volontà del Padre”: annunciare con la vita l’Amore di Dio per ogni uomo. “Ebbe fame”: Gesù ha fame.
Un uomo “immerso nella storia”, la sua umanità…
L’umanità nella solitudine e nella prova… nel deserto.
Gesù “immerso” nell’umanità… sabbia, terra, roccia, dirupi, scarsità d’acqua, scarsità di cibo…
In preghiera.
In quel deserto… 40 giorni…
40 giorni di cammino…
Tentazione…
“Ebbe fame”: Gesù ha fame.
E dopo quaranta giorni… ha fame.
Ha fame perché non ha mangiato nulla.
E allora quella “prova”, quella “esperienza che trafigge la vita” e che costringe a scegliere.
L’incontro con il “tentatore”.
Il separatore.
Colui che divide.
Il tentatore non si presenta come un rivale, ma come un “collaboratore”: pronto ad aiutarlo ed a suggerire la “soluzione” giusta.
Abile, astuto, grande conoscitore delle debolezze, dei bisogni e dei desideri dell’uomo…
E sperimenta la “tentazione”: “Se…”.
Una  “tentazione” che ha una “premessa” non trascurabile: “Se sei il Figlio di Dio”.
Riecheggiano qui le parole di un’altra pagina di Vangelo (Luca 23, Matteo 27,39-54) che ci aiutano a comprendere la “tentazione”: il rapporto con Dio.
Pane, ricchezza, potere, prestigio, assolutismo, dominio, onnipotenza … per poter “essere dio” e poter “fare a me meno di Dio”.
Il “divisore” trafigge la vita di quell’uomo nel deserto e lo induce ad “attraversare” l’umanità con le sue scelte.
Il “divisore” sa quale sia la verità e si adopera per “separare” dalla verità, per paventare una verità più semplice, immediata, che abbaglia e soddisfa.
Il “divisore” conosce la Verità e vuole allontanarla dall’uomo.
Il “tentatore” che conosce l’uomo e le sue debolezze, sa perfettamente che cosa “proporre”, ma lo sappiamo… “Dio non abbandona nella tentazione”.
Gesù, che conosce le Scritture, non si lascia trarre in inganno.
La Parola è l’alternativa alle tentazioni.
Gesù riprende i testi del libro delle Scritture ( Dt 8,3; Dt 6,13; Sal 91).
La Parola dà senso “al pane”, me lo fa condividere, mi aiuta a relazionarmi con gi altri, non come “padrone”, ma come “fratello”.
La Parola non mi fa “confezionare” un dio che “soddisfa” i miei bisogni, ma mi parla di un Dio che mi cura, che ha sollecita attenzione per me, non quando io penso o credo sia giusto o necessario per me, ma sempre.
La Parola è la bellezza di scoprire Dio in cui riporre la mia fiducia.
La Parola mi fa abbandonare nelle braccia del suo Amore gratuito, non chiede a Lui di farmi abbracciare da altri in sua sostituzione…
E Gesù da quel deserto esce “consapevole”, in preghiera scopre con umiltà il suo “essere uomo” e il suo “essere Dio”.
Gesù accetta il primato di Dio.
Gesù è “pieno” della Parola e se sei “pieno” di Spirito, non hai spazio per la tentazione.
Eppure, ci dice  l’evangelista Luca, “il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato…”
Il male non scompare, sarà ancora là, vicino a quella croce.
Ma ancora una volta Gesù sceglierà l’uomo, il perdono, la salvezza.
E san Paolo dirà: “Gesù è il Signore!” (seconda lettura).
Vita possibile, salvezza e giustizia per ogni uomo.
Dio lo ha “risuscitato dai morti”.
Da quel deserto al cielo.
Per Amore dell’uomo, di ogni uomo.
Per incontrare Dio non servono grande imprese come raccontavano i popoli antichi (camminare sugli oceani, scalare il cielo…) occorre riconoscere che Gesù è il Signore, come avevano proclamato gli apostoli. Proclamare ed annunciare con la bocca e con il cuore, con la vita: ascolto, annuncio, adesione di fede. Non serve altro.
E la fede non delude.
“Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”.
“Chiunque crede in lui non sarà deluso”.
Anche san Paolo, come Gesù nel deserto, cita i testi dell’ Antico Testamento: Isaia 28,16 (“ Dice il Signore Dio: Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà”) e Deuteronomio, in questo caso al capitolo 30 versetto 14 (“questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”):per rinnovare la riposta del cristiano con la fede.
Bocca e cuore per coltivare e proclamare la fede nella risurrezione di Cristo.
Non una salvezza fatta di precetti e comandi, ma una salvezza che parte dalla Parola.
La salvezza vera, per tutti.
E allora apprestiamoci a vivere questo tempo di Quaresima con la luce della Parola, che deve “abitare” il nostro cuore e essere proclamata con le nostre labbra.
Labbra e cuore perché l’annuncio non deve essere trattenuto, altrimenti diventa “deserto”, deve essere portato e condiviso.
Facciamo risuonare in noi lo Spirito, che “conduce” e non abbandona, che guida il discernimento, che accompagna in questo tempo a perfezionarci ed a vivere nella Pasqua di Cristo.
Perché il nostro “abitare” con Dio (salmo) e il “dimorare” alla sua ombra sia la nostra scelta forte e costante, la nostra preghiera fiduciosa e libera, sull’esempio di Gesù e alla sua adesione alla volontà del Padre.
Una speranza che nasce dalla fiducia e dall’ abbandono  in quella sollecitudine di Dio che saprà accompagnare ogni nostro dubbio e tentazione per liberarci e renderci gloriosi.

CANAVESE – Al cinema nel weekend

Cuorgnè, Cinema Margherita
Giovedì 27 marzo
FANTOZZI
Orario: 21.15
Dal 28 al 31 marzo
BIANCANEVE
Orario: venerdì 16.30-21.15; sabato 17.30-21.15; domenica 15-17; lunedì 18.30-21
Venerdì 28 marzo
NO OTHER LAND
Orario: 18.30
Sabato 29 marzo
UP
Orario: 15.30
Sabato 29 e domenica 30 marzo
MUORI DI LEI
Orario: sabato 19.20; domenica 19
Martedì 1° aprile
LA STANZA ACCANTO
Orario: 21.15
Martedì 1° e mercoledì 2 aprile
TAXI DRIVER
Orario: martedì 18.30; mercoledì 21
Ivrea, Cinema Politeama
Dal 28 al 31 marzo
BIANCANEVE
Orario: feriali 21; sabato 18.30-21 e domenica 16-18-20.30
Lunedì 31 marzo
NON SARO’ MAI VEGANO
Orario: 18
CINEFORUM
Mercoledì 2 e giovedì 3 aprile
IO SONO ANCORA QUI
Orario: mercoledì 15-17.30-21.30; giovedì 19-21.30
Valperga, Cinema Ambra
Sala 1
Dal 27 al 31 marzo
BIANCANEVE
Orario: giovedì 21; venerdì 21.30; sabato 18.30-21; domenica 15-17-19.15-21.30; lunedì 19-21.15
Sala 1 e Sala 2
Giovedì 27 e venerdì 28 marzo
FANTOZZI
Orario: giovedì 21; venerdì 19.15
Sala 2
Dal 28 al 31 marzo
E POI SI VEDE
Orario: venerdì 19.15; sabato 16.30-18.45; domenica 17.15-21.30; lunedì 19
THE MONKEY
Orario: venerdì 21.30; sabato 21; domenica 19.30; lunedì 21.15
Sabato 29 marzo
KUNG FU PANDA 4
Orario: 16
Domenica 30 marzo
FOLLEMENTE
Orario: 15

Biancaneve (di Graziella Cortese)

Che fine hanno fatto i sette nani? In realtà ci sono, tutti vivi e vegeti, sono solo scomparsi dal titolo. Il tentativo di Webb di rendere omaggio a un classico disneyano, in effetti, ha finito per scontentare tutti.
Si tratta di un live-action, ovvero un film interpretato da attori in carne e ossa al posto dei personaggi del cartone animato che tutti conosciamo. La pellicola più antica è del 1937, una vera e propria leggenda: se ne conoscono gli aneddoti e il lavoro da pionieri per creare un cartone che è quasi un kolossal. Oggi invece si chiede al regista e ai produttori se fosse necessario spendere tutto quel denaro (moltissimo, si parla di 250 milioni di dollari), per un remake difficoltoso.
La storia è quella di una fiaba senza tempo, nata dalla fantasia dei fratelli Grimm. In un regno lontano lontano vive una principessa fanciulla rimasta orfana di madre, e quando il padre deve recarsi lontano per i doveri del regno, ella rimane nelle grinfie della matrigna, donna perfida e gelosa della bellezza di Biancaneve.
Quando lo specchio magico risponde alla domanda fatidica della donna, “la più bella del reame è Biancaneve”, allora l’ira funesta di Grimilde inonda tutto il regno. La ragazza fugge nel bosco, e in una casetta incontra sette piccoli boscaioli che l’aiutano, grazie alla sua gentilezza fa amicizia con tutti gli animali e le creature dei boschi…
La trama, per adeguarsi a tempi più moderni è un po’ cambiata: il principe non esiste più, ma Biancaneve si interesserà a un ladro gentiluomo di nome Jonathan, così non manca il coinvolgimento dell’ideologia woke e un occhio verso le ingiustizie sociali.
Anche il rispetto delle diverse etnie sembra essere mantenuto all’interno della vicenda. Tutti questi buoni propositi però si scontrano con il fiasco che ha registrato (per ora) l’uscita americana del film. L’Italia va contro-corrente, da noi è primo al botteghino.
Biancaneve
di Oliver Parker
paese: Usa, Germania 2025
genere: drammatico, per famiglie
interpreti: Rachel Zegler, Gal Gadot,
Emilia Faucher, Ansu Kabia, Andrew Burnap
durata: 1 ora e 49 minuti
giudizio Cei: consigliabile, semplice

VEROLENGO / MADONNINA – La reliquia del Beato Carlo Acutis sarà sempre con noi

(giancarlo guidetti) – Con una straordinaria partecipazione la comunità di fedeli si è raccolta presso il santuario della Madonnina di Verolengo per celebrare un evento eccezionale.
Il 25 marzo 1699 veniva celebrata la prima Eucarestia e nel suo 326.mo anniversario don Valerio D’ Amico, parroco in Verolengo ha saputo rendere questa ricorrenza ancora più solenne rocevendo la reliquia del Beato Carlo Acutis.

Una vera Grazie che il giovane parroco ha ottenuto, per l’ occasione, dal vescovo di Assisi, S.E.Mons. Domenico Sorrentino e che sarà custodita in modo perpetuo dal santuario.

Il Beato Carlo Acutis nato a Londra il 3 maggio1991 e morto a Monza il 6 aprile1991 di famiglia agiata (la madre Antonia Salzano il padre Andrea Acutis), all’ età di 15 anni viene colpito da leucemia fulminante che in breve tempo lo conduce alla morte.
Le sue spoglie riposano presso la chiesa della Spoliazione in Assisi (in questa breve gallery alcune immagini del sacro luogo in Umbria, da noi messe a repertorio nell’Estate scorsa),

oggi meta di incessanti visite di pellegrini in prevalenza giovani che lo hanno eletto quale riferimento spirituale e testimone della Fede.
Vivissima la sua devozione aS. Francesco, a Carlo sono riconosciuti quali Attributi: l’ Ostensorio, il S.Rosario e il Computer; tanto da essere considerato “patrono di internet” in quanto appassionato di informatica, ribattezzato anche “l’ influencer di Dio“.
Proclamato Beato il 23 maggio 2024 da papa Francesco riconoscendo il miracolo, attribuito alla Sua intercessione, della guarigione di Matheus bimbo di 6 anni, brasiliano, affetto da pancreas anulare. Carlo fu profondamente convinto che tutti noi siamo chiamati a diventare santi; famosa è la sua intuizione ispirata:
“Tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopie”.
Devoto dell’ Eucarestia ogni giorno si recava a Messa ed ogni volta che riceveva la S. Comunione recitava:
“Gesù accomodati pure. Fa’ come se fossi a casa tua”.
Amava raccogliersi in Adorazione Eucaristica definendo l’ Eucarestia quale “autostrada per il cielo “.
Esempio di vera, seppur breve, vita di un giovane, Carlo sarà canonizzato il 27 aprile prossimo a Roma: in questo Anno Santo, quel giorno sarà dedicato al Giubileo degli Adolescenti.
Fiducia, ricerca, offerta: tre elementi importanti che don Luca Ramello, (parroco di S. Mauro Torinese) che ha presieduto la celebrazione, ha affrontato nella sua omelia.

Nell’ accogliere le reliquie di Carlo Acutis c’è  la concreta dimostrazione di una chiesa giovane, di un Dio sempre giovane, di un Padre che, anche con l’ esempio di Carlo, ci dona la speranza non di una fine, ma di un sempre rinnovato inizio, di un nuovo percorso di vita, di futuro certo, di raggiungimento della Meta.
Non solo: come non pensare alla S. Madre Celeste?  
Con il suo ” SÌ ” in giovane età si è offerta, senza esitare, si è offerta ai disegni di Dio rendendo così possibile, tramite Gesù, la nostra speranza di salvezza.
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Non si potrebbero concludere queste brevi note senza richiamare ancora la grande partecipazione di popolo e la presenza, anche in questa importante circostanza, dell’Amministrazione Comunale di Verolengo, nella persona del Sindaco Rosanna Giachello, sempre presente, a testimoniare anche così una realtà di concordia e collaborazione tra comunità civile e comunità ecclesiale.
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