Il 23 marzo 1923 con regio decreto nasceva formalmente il Commissariato di Aeronautica con il compito di esercitare tutte le attribuzioni del Governo per quanto concerneva sia l’aeronautica civile che militare. Ne rimase escluso il corpo degli aerostieri che passò al Genio, e la nuova arma incluse all’epoca l’aviazione terrestre, l’idroaviazione e i dirigibili, non più quindi sotto l’organizzazione dell’esercito italiano. Il concetto principale fu quello di sollevare il Reparto di volo dalle preoccupazioni e mansioni inerenti all’amministrazione del personale e del materiale. Questo principio conteneva le due finalità: permettere il mantenimento di reparti attivi in costante allenamento e ottenere la maggior efficienza operativa con la mobilità dei reparti di volo. L’organizzazione del volo precedentemente era stata formalizzata nel 1912 con l’istituzione del Servizio Aero-nautico del Genio e poi nel 1915 del Corpo Aeronautico Militare.
In realtà il volo meccanico in Italia e nel resto d’Europa era già consolidato nel 1923. Dopo l’impresa dei fratelli Orville e Wilbur Wright sulla spiaggia di Kitty Hawk del 17 dicembre 1903 con il primo volo della storia, dal 15 al 26 aprile 1909 al campo volo di Roma Centocelle, Wilbur con il suo velivolo, compì ben 67 voli, di cui 19 con passeggeri. Il quartiere periferico di Don Bosco venne raggiunto da decine di persone: militari, cronisti, curiosi, gente semplice. Tutti a vedere estasiati le evoluzioni compiute da Wilbur con il suo apparecchio “Wright Flyer”. Nei cieli dell’Urbe si stava nuovamente vivendo la stessa febbrile trepidazione di pochi mesi prima a Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, in occasione del primo volo del dirigibile N1.
L’americano con il suo velivolo a Roma giunse grazie ad un giovane ufficiale del genio della regia Marina, Mario Calderara (che sarà il primo pilota italiano brevettato e addestrato da Wright) e al Circolo Aviatori. La curiosità e la volontà di carpire i segreti del volo interessava anche all’Italia: infatti due anni prima, sempre a Centocelle era stata organizzata per Ferdinand Marie Léon Delagrange l’esibizione di volo, dopo che in Francia a bordo del velivolo dei fratelli Voisin, aveva volato per 80 metri con un’altezza massima di 4 metri. L’ingegnere e tenente Umberto Savoja con Calderara firmò nel febbraio 1910 il primo contratto con i fratelli Wright per la produzione su licenza, in Italia, di 5 aeromobili.
Il primo utilizzo operativo delle forze aeree, con l’impiego di 4 aerostati, 2 dirigibili e 28 aerei, fu realizzata durante la campagna di Libia del 1911-1912 nella guerra Italo-Turca. Tra i precursori del volo c’era anche Francesco Brach Papa nativo di Corio Canavese che fu autore di 14 record aeronautici, di cui 9 mondiali. Il suo primo record lo realizzò il 28 febbraio 1914, quando a bordo di un Farman toccò la quota di 3.983 metri. Inutile dire che con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale l’aeronautica dei paesi belligeranti ebbe uno sviluppo straordinario. Basti pensare che in Italia dai 606 motori forniti nel 1915 si arrivò a 14.280 motori nel 1918. Altro personaggio impegnato alla Direzione Tecnica d’Aviazione fu il tenente e ingegnere Lorenzo Gnavi di Caluso, uno dei canavesani impegnati nello sviluppo dell’aeroplano.
Altro pilota fu Antonio Chiri di Locana e per poco tempo il primo “asso” della caccia italiana fu Luigi Olivari, prima di Francesco Baracca, ma la sua carriera si interruppe per sempre quando a bordo di uno SPAD VIII, si fracassò dopo una cabrata sfortunata sul campo di Santa Caterina di Udine il 13 ottobre 1917, pochi giorni prima della disfatta di Caporetto. A Udine si svolsero degli imponenti funerali e la salma venne sepolta nel cimitero cittadino, e proprio cento anni fa, venne traslata nel cimitero di San Maurizio Canavese dove riposa tutt’ora nella tomba di famiglia.
Anche la Ing. C. Olivetti fu coinvolta nello sviluppo aeronautico: poiché tutta la produzione di magneti d’accensione era tedesca, con la guerra si interruppero le importazioni e le varie industrie nazionali dovettero provvedere. La produzione di magneti a Ivrea era completa: dai cuscinetti a sfera alla trafileria e alla smaltatura del filo di rame degli avvolgimenti. Camillo Olivetti, forse l’unico imprenditore di fede socialista e anti interventista, quando scoppiò la guerra mise a disposizione la sua fabbrica, in cui lavoravano 200 persone nel 1915, per lo sforzo bellico patriottico.
Una prima offerta dell’Olivetti allo Stato fu respinta perché l’istanza prodotta non era in carta da bollo regolamentare da 1,35 lire, ma furono ben presto gli ufficiali della Direzione Tecnica a Ivrea per discutere dei progetti da realizzare. Presto arrivarono gli ordinativi bellici: valvole per dirigibili, spolette regolabili per shrapnell e granate d’artiglieria, bombe a mano e componenti meccaniche di precisione per le armi. Ma la produzione più importante per qualità e affidabilità, fu quella dei magneti per motori d’aeroplano ed esiste una lettera della Direzione Approvvigionamenti Aeronautica del 26 luglio 1919 che attestava l’elevata qualità della produzione della Ing. Camillo Olivetti & C. Nella collezione dei cimeli appartenuti a Francesco Baracca a Lugo di Romagna vi erano tracce dei magneti costruiti a Ivrea.
Non solo ali di guerra e civili: nacque a Torino nel 1959 il “Centro Internazionale di Aviazione Missionaria” per insegnare a preti, frati e suore a pilotare gli aeroplani. Fu l’idea di don Paolo Gariglio, appassionato aviatore e viceparroco del Lingotto che nelle ore libere sfrecciava sul cielo di Torino su un aereo da turismo con la sigla “Ronzino” e di Francesco Brach Papa, il pioniere divenuto generale d’aviazione nel frattempo e amico di don Gariglio. Lo scopo era quello di far spostare i missionari con piccoli aerei in zone difficili e distanti del pianeta.
Quella dell’Aviazione Missionaria è la storia rievocata dal libro di Paolo Gariglio, Marco Papa e Massimiliano De Antoni, “Francesco Brach Papa, intrepido pioniere e mecenate dell’Aviazione Missionaria Italiana”. Per il centenario l’Aeronautica Militare ha predisposto un programma di iniziative reperibile sul sito: www.aeronautica.difesa.it.