Rispettando il programma che abbiamo annunciato nei giorni scorsi – leggi qui –

ha preso le mosse oggi, 6 gennaio l’edizione 2025 dello Storico Carnevale d’Ivrea.

Come ogni anno il momento solenne, ricco di significato, è rappresentato dall’offerta del Cero che è offerto alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, Patrona della città.

La Parola di Dio ha illuminato quest’ora così densa di attesa, pervasa da sentimenti comunitari declinati nel loro significato più autentico, inclusivo e cordiale; meditando sulla Parola Mons. Edoardo Aldo Cerrato ha rivolto il proprio saluto alla città: un momento sempre atteso.

Ed anche in questa occasione, come si leggerà tra poche righe, il Presule non ha deluso l’attesa, né mandato “a mani vuote” chi si attendeva una riflessione permeata di rispetto ed affetto vivi e vividi, non meno che profonda per i tanti spunti culturali di alto profilo, ma offerti con grande semplicità, ai quali, nel corso degli anni, Mons. Cerrato ci ha abituati.

(redazione web)

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Ecco il testo del messaggio rivolto oggi, 6 gennaio, in Cattedrale, dall’Amministratore Apostolico della Diocesi di Ivrea.

Carissimi Amici!

  1. Con questa parola, che mi è cara per la ricchezza dei suoi contenuti, vi do il più cordiale benvenuto in Cattedrale, salutando tutta la Città che sento mia e che voi rendete presente partecipando, numerosi come sempre, a questo tradizionale momento, bello ed atteso.

Fin dal mio arrivo a Ivrea mi sono rivolto a tutti chiamandovi “Amici”.

E ora, alla ormai imminente conclusione del mio servizio alla Diocesi, desidero ringraziarvi per l’affetto e la benevolenza che in questi dodici anni ho trovato dentro la comunità cristiana e – con immenso piacere – anche fuori di essa.

Vi ringrazio di cuore, carissimi Eporediesi per essermi stati amici, e per aver donato la stessa l’amicizia anche alla mia cara mamma facendola sentire di casa in questa Città.

Vi ringrazio per le tante – tantissime! – espressioni di affetto che, dal giorno in cui è stato annunciato il mio Successore, ho ricevuto, anche nella semplicità degli incontri per strada…

Porterò con me, nella nuova fase che nella mia vita si apre, un tesoro prezioso di relazioni e di affetti che non coinvolgono solo la sfera dei sentimenti, poiché “volersi bene” è “volere il bene dell’altro” e io sono pienamente concorde su quanto diceva il grande Benedetto XVI che mi ha inviato a Ivrea come Vescovo: “Esserci è un bene”, ed è “un bene che l’altro ci sia”.

Ogni persona umana è un valore prezioso: un essere unico e irripetibile, chiamato a vivere la sua unicità nella comunità, dentro ad una rete di rapporti e nella ricerca del bene comune.

Grazie di cuore!

  1. Cari Amici, lo Storico Carnevale che oggi iniziamo, è l’ultimo a cui partecipo come Vescovo di Ivrea… Ad altro titolo spero di tornare a viverlo anche negli anni che verranno…

In occasione del primo che vissi con voi nel 2013 dissi che il Carnevale di Ivrea non è una “carnevalata”. Ne sono sempre stato convinto. Il suo spirito genuino è quello di una festa di popolo che rievoca momenti significativi della propria storia, alla quale la fede cristiana non solo non è estranea, ma è parte del suo stesso tessuto… Di qui nasce la presenza del Vescovo a tanti momenti della manifestazione: a partire dalla offerta del Cero alla Cattedrale.

In tutti questi anni, quella che potrebbe essere l’omelia di una celebrazione liturgica ho desiderato che avesse la forma di Discorso del Vescovo alla Città: rivolto non solo ai credenti e ai praticanti, ma a tutti, poiché la festa è la festa di tutti.

Così ho cercato, di anno in anno, di affrontare qualche tema: che significa oggi la liberazione dal tiranno? Che cos’è la vera libertà e che cosa comporta la battaglia di un popolo per la libertà? In che consiste l’unità del popolo, il nostro essere uniti? Qual è valore del sacrificio per essere liberi davvero? Quali le caratteristiche del nostro tempo, della sua cultura, della mentalità oggi diffusa?

Quest’anno vorrei proporre a tutti una riflessione a partire dal cammino dei Magi, i Tre Re alla cui chiesa, sul Monte Stella, siete saliti a portare omaggio.

Erano esperti di astronomia, e guardando una stella particolare, apparsa ai loro giorni nel cielo, sentirono di doversi mettersi in cammino per seguirne il corso!