Da quella data ad oggi, la collezione del giornale è completa
IVREA - Pubblichiamo qui a fianco la 1a pagina del 1° numero del nostro giornale nato l’8 gennaio 1920, e che quindi festeggia il suo centenario.
È solo l’inizio della nostra ricerca e si tratta solo delle prime avvisaglie di quello che si tradurrà nel corso dei mesi in eventi strutturati, in una celebrazione non finalizzata a se stessa ma con lo scopo di guardare attraverso l’osservatorio privilegiato del giornale alla società e alla Chiesa di allora, per capirne i mutamenti che le hanno portate ad essere quelle che sono oggi. Grazie alla direttrice della Biblioteca Civica di Ivrea, Gabriella Ronchetti, per questo “ritrovamento”.
La collezione del nostro giornale in Biblioteca va dal 1° numero del 1920 al numero relativo al 14 marzo 1942. Poi un vuoto fino al 1961 dove la collezione riprende e arriva ai giorni nostri. Grazie anche al Canonico Giovanni Battista Giovanino, direttore dell’Archivio Storico Diocesano che ci conferma che dal 1942 ad oggi la collezione de Il Risveglio Popolare c’è in Archivio.
Il che permette di non avere nessun periodo scoperto. Lo stesso Canonico Giovanino ci fornisce anche quell’articoletto che abbiamo messo “in pancia” alla 1a pagina qui a fianco, ritrovato su Fraternitas, il periodico mensile diocesano, numero 14 del gennaio 1920 che annuncia la fine del giornale Il Pensiero del Popolo, sostituito appunto da Il Risveglio Popolare.
È leggibile l’incondizionato sostegno che la Rivista diocesana dà al nuovo giornale.
Qui sotto invece abbiamo riscritto quello che può essere considerato l’editoriale del 1° numero, poiché poco leggibile dalla fotografia.
SALUTO
Il Risveglio Popolare entrando da oggi nell’agone della vita Eporediese, manda il suo cordiale saluto alla stampa cittadina augurandosi di potere con essa cooperare sinceramente ed efficacemente al benessere della città e della campagna.
PER INTENDERCI
Dalla guerra, che ha tutto sovvertito, la società è uscita cambiata. Si sono venuti formandosi nuovi stati d’animo, nuove correnti di pensiero, nuove valutazioni dei problemi sociali.
Indice di questo mutato stato di cose è l’orientamento nuovo dei partiti antichi e la creazione di partiti nuovi.
Ciascuno di questi partiti si propone per fine la restaurazione della società con programma e con mezzi proprii.
Fra i nuovi partiti, nati durante la guerra, tiene il primo posto il Partito Popolare Italiano, che, dichiariamo subito, è il Partito nostro.
Chi siamo
Siamo dei cittadini italiani, italiani senza restrizioni e senza sottintesi, con tutti i doveri ed i diritti, che derivano da questa qualità.
Siamo degli italiani che amano la loro patria e perciò la vogliono grande, libera, e forte moralmente ed economicamente.
Siamo tutto questo, null’altro che questo.
Che cosa vogliamo
Disposti ad adempiere esemplarmente a tutti i doveri, vogliamo usufruire di tutti i diritti dei cittadini italiani.
Volendo forte moralmente ed economicamente la patria nostra studiamo il modo di renderla tale.
Vediamo nel solo programma del Partito Popolare la possibilità di restaurare la società e per questo lo adottiamo.
Vogliamo pertanto tutto quello che vuole il Partito Popolare; il suo programma è programma nostro. Special-mente ci stanno a cuore alcuni postulati del programma popolare, quali l’integrità della famiglia – La tutela della moralità pubblica – La libertà di insegnamento – L’educazione e cultura popolare e professionale – La tutela del lavoro – La difesa della piccola proprietà – L’imposta progressiva globale con esenzione delle quote minime – L’arbitrato, l’abolizione della coscrizione obbligatoria ed il disarmo universale.
Vogliamo che il programma del Partito Popolare sia conosciuto, sia attuato. Per questo lavoreremo, per questo lotteremo.
Con quali mezzi?
Con tutti i mezzi legali e civili. Vogliamo la nostra parte nella vita pubblica, nelle pubbliche amministrazioni.
Come alla Camera, così vogliamo rappresentanti nostri in tutti gli istituti le cui cariche sono elettive dal corpo elettorale. E ciò non per spirito di critica ed opposizione deleteria, ma per prendere la nostra parte di responsabilità concorrendo alla soluzione dei problemi politici ed amministrativi, che la guerra ha creato.
Crediamo che in quest’ora gravissima per la patria nostra sia dovere di ogni cittadino prendere posizione netta ed avere il coraggio delle proprie opinioni.
Questo giornale nasce per essere l’eco del nostro lavoro, la voce del Partito Popolare e dei Piccoli Proprietari nel Canavese. E sarà voce limpida e serena, ma ferma e decisa.
Parlerà a tutti: a coloro che vorranno ed a coloro che non la vorranno udire.
Dirà a tutti le nostre idee, le nostre opere, i nostri propositi. Sarà squillo di battaglia per una società rigenerata e redenta.
Non abbiamo illusioni, né miriamo al successo immediato. Cercheremo di formare la coscienza popolare, di rendere migliore e più cosciente il popolo.
Se otterremo che il popolo siasi avvantaggiato dell’opera nostra, avremo ottenuto il nostro scopo.