Fu il diciannovesimo vescovo di Alessandria d’Egitto, ricordato sia per la sua grandezza che per la sua nomina patriarcale, che escluse Ario da quella carica.
Durante il suo episcopato si verificarono le persecuzioni di Galerio e Massimino Daia, che misero a dura prova il cristianesimo in Egitto.
Descritto dai contemporanei come «un uomo tenuto nella massima considerazione dal popolo e dal clero, magnificente, liberale, eloquente, amante di Dio e dell’uomo, dedito ai poveri, al bene e solerte verso tutti; così dedito alla mortificazione, che non ruppe mai il suo digiuno finché il sole brillava in cielo».