Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso
(Luisa Martinoli)
In questa settima domenica del tempo ordinario, l’evangelista Luca ci presenta Gesù che si rivolge ai suoi discepoli in un luogo non ben definito. Non una Sinagoga, non una spianata all’aperto o di fronte a una folla in attesa. Si direbbe che Gesù intenda privilegiare i suoi seguaci ampliando e approfondendo quanto era già stato espresso nel Vangelo di domenica scorsa.
Il testo che ci viene proposto ci fornisce una serie di ammonimenti che dovrebbero essere di guida per le nostre vite. E la lettura che ne consegue suscita in noi un impatto emotivo di fronte al quale siamo sollecitati a riconoscere le nostre miserie e le nostre meschinità. Gesù ci richiama all’amore verso i fratelli come all’unica legge dei cristiani.
Se riflettiamo sui nostri comportamenti, ci vengono alla memoria le molte volte in cui abbiamo dimostrato un interesse tiepido verso il prossimo, perché spesso distratti da altre incombenze ritenute più urgenti. E ci siamo chiusi nel nostro piccolo egoismo, soddisfatti della nostra condizione senza considerare quanti ci sono passati o ci passano accanto chiedendo anche solo una parola di interessamento o un cenno di comprensione.
In certe circostanze, poi, ci siamo eretti a giudici, forti della posizione raggiunta, magari non sempre per meriti, e abbiamo ritenuto falliti, incapaci, coloro che hanno stentato a trovare la propria strada e a realizzarsi in una società dura, spesso respingente. Gesù ci chiede di usare misericordia, di comprendere, di lasciare solo a Dio Padre la facoltà di giudicare.
Gesù ci chiede anche di donare senza riserve, senza pensare ad una eventuale restituzione maggiorata da interessi, ma anzi “a chi ti strappa il mantello, non rifiutare anche la tunica”.
E infine Gesù, sublimando la legge dell’amore, ci invita ad amare anche i nemici: coloro che ci hanno ostacolato, che si sono messi di traverso in tante occasioni, che hanno impresso un segno negativo e duraturo alle nostre esistenze.
Questi ammonimenti invitano tutti noi a riflettere sui nostri comportamenti quotidiani, sui nostri rapporti con i fratelli. La società in cui siamo immersi non presenta molti esempi di altruismo, di misericordia e perdono verso chi ha sbagliato e di reale considerazione verso i tanti bisogni. Constatiamo che c’è indifferenza, egoismo, disinteresse tanto che molti si sentono scoraggiati e anche delusi. Ma Gesù, alla fine della pagina evangelica, ci promette che “la vostra ricompensa sarà grande” ; e in seguito “la misura con la quale misurate sarà misurato a voi in cambio”.
Queste parole sono un messaggio di Speranza e di Fede che deve sostenerci specialmente quando sembra che tutto ci sia contro e non intravediamo vie di uscita. Anche solo poche righe di questo Vangelo, se lette e meditate di frequente, rappresentano un’opportunità per dare un rinnovato slancio al nostro essere cristiani e membri della Chiesa.