Ieri è iniziata la Primavera. Non oggi. Ieri sera alle 22,58 e non è un errore perché l’equinozio di primavera non cade necessariamente il 21 marzo, anzi fino al 2102 la primavera inizierà sempre il 20 marzo, l’ultima fu nel 2007; talvolta inizia il 19 marzo come previsto nel 2044 e nel 2496.
Benvenuta dunque Primavera e tanti saluti all’Inverno che di fatto, dalle nostre parti, non si è sentito, se non per qualche giorno più freddo degli altri. Non c’è più l’Inverno di una volta, dicono i nonni di oggi che ricordano le stagioni di ieri.
Anche il clima cambia. E’ sempre cambiato e quindi inutile fare tante camminate per marinare la scuola, come venerdì scorso un po’ in tutto il mondo, sostengono alcuni. Mentre c’è chi crede – e fa bene – che le manifestazioni pubbliche di interesse e di responsabilità sulle tematiche dei cambiamenti climatici abbiano la doppia valenza di sensibilizzare chi è poco attento sul fatto che qualcosa invece dipende anche da noi, e di far sapere ai governanti di tutto il mondo ciò che la gente pensa e chiede che venga messo in cima alle priorità delle azioni dei governi. Governanti di ogni ordine e grado che poi dovranno cercare anche quei voti per stare in sella.
Come sempre tutte le cose hanno due facce, come la solita medaglia. Con il risveglio della terra dal riposo invernale si svegliano anche i campanelli di allarme per ciò che l’Inverno non ha fatto; soprattutto pioggia e neve. Le montagne sono prive di neve, fiumi e laghi ampiamente sotto i livelli di guardia, è il caso di dirlo. Le previsioni dei prossimi raccolti – del riso per esempio, ma non solo – sono pessime sia per qualità che per quantità se la Primavera non sarà piovosa, visto che l’Inverno è stato secco come fosse un’Estate. Intere popolazioni del mondo sono abituate alla siccità e a tutti i disagi che essa provoca.
L’ultimo ciclone che ha colpito Mozambico, Zimbabwe e Malawi forse rientra già nel pacchetto di El Niño, che si manifesterà per tutto il 2019 colpendo il clima di tutto il pianeta con forti piogge e inondazioni in Sud America, siccità prolungate in Africa, Asia Orientale e Centrale, Australia, Indonesia e Filippine.
Secondo la proiezione di Bloomberg, El Niño, combinato con l’effetto del riscaldamento globale, renderà il 2019 il più caldo di tutte le osservazioni precedenti. Le anomalie climatiche portano alla consapevolezza che l’impegno per salvaguardare Madre Terra tocca tutti con gesti, piccoli e grandi, che non sono più derogabili. Come il voto nel segreto dell’urna.