(di Filippo Ciantia)
È il monumento più importante di Bresso. Un’alta colonna su cui è posta una statua della Madonna Immacolata: “La Castela”, la castellana, protettrice della città e del suo popolo.
Ero stato ospite di Ayoo e Luigi, una bella famiglia allietata da due bambini caffelatte, come si deve all’incontro tra un giovanotto di Moena e una ragazza del nord Uganda. Al vivace e simpatico Filippo, si accompagna la dolce e riservata Chiara, detta “morenita”, non solo per la splendida carnagione, ma perché è nata il giorno della festa della Madonna di Guadalupe, la “Morenita” del popolo messicano. Con loro c’è anche Maria, pelle d’ebano, nipote di Ayoo, rimasta orfana e adottata dalla zia. Maria è protagonista di un bel documentario di Giobbe Covatta (“Bimbi neri, notti bianche”), che racconta la storia dei suoi fratelli e dei rapimenti dei bambini in nord Uganda.
Nella prima luce dell’alba l’Immacolata, in cima alla colonna, splendeva su tutta la piazzetta. Ripensavo a Luigi ed Ayoo che mi avevano ospitato e che, insieme ad Angelica e Fabrizio, vivono in una casa-famiglia che accoglie 10 persone con gravi difficoltà, come figli e fratelli. La cena era stata uno spettacolo degno delle pagine evangeliche più commoventi.
Guardando la Madonnina, nella luce del mattino, ho ricordato il dono ricevuto.
Ayoo era la babysitter dei nostri bambini e la mamma, vedova, era grave in ospedale. Nella penombra si sentiva l’ansimare della malata. Mentre Ayoo osservava trepida e con gli occhi lucidi, la donna mi prese la mano e sussurrò “Te la affido come figlia”. Poi, spostando lo sguardo verso Christine, “Gli obbedirai come a un padre”. Avendo compiuto quello che ogni genitore deve fare, preparare i figli al domani, se ne era potuta, finalmente, andare alla casa del Padre.
Così Ayoo Christine diventò la prima figlia che ho accompagnato all’altare. Ora è lei, con Luigi, che mi accompagna: con la tenace e quotidiana accoglienza dei più fragili e piccoli, non solo dei figli, mi sostiene con la testimonianza.
La “Castela” è lieta di proteggere anche loro, con tutti i cittadini di Bresso. D’altra parte, anche a lei era capitata la stessa cosa: “… disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!” (Gv, 26-27)