V Domenica di pasqua (ANNO C)
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri”.
Il tuo far nuove tutte le cose mi attrae come una sorgente. Ho sete di questa freschezza, della certezza di vita trasformata da Te, di mondo risanato. Quando Giuda esce dal cenacolo ti rivolgi ai tuoi piccoli figli parlando di amore. Le tenebre del tradimento ed il giorno senza fine del comandamento nuovo. Il segreto dell’amarsi reciprocamente sta nel “come tu hai amato noi”. Non un calcolo terreno ma un disegno divino. Dai tanti granelli di polvere che siamo Dio ancora crea unendo tutte le nostre povertà deposte nelle sue mano. Diventiamo nuova umanità, Corpo mistico vivo, attivo. Secoli ci separano dal frammento del tuo discorso di addio, ma nulla può separare da questo Amore. Eppure quanta distanza di vita dal “come io ho amato voi!”.
Perché dilapido questo capitale di bene, come mai facilmente non trovo negli altri il deposito di un tesoro così grande? Mi spaventa questo limite, l’indugio nelle cose vane, gli eccessi di parole spirituali non collegate a concreta testimonianza e quindi vuote. Aiutami ad entrare nella tua novità, fammi respirare i tuoi profumi di Vita, insegnami a percorrerti come Via liberandomi dai rigidi schemi di logiche che non fanno crescere. Tu ami senza misura e allora immergimi nella Verità, nel tuo infinito dono affinché possa diventare segno della tua presenza.
“Non c’è amore più grande che dare la vita per gli amici”: se inizio da questo slancio posso allenarmi a dilatare il cuore, ad essere davvero credente e credibile semplicemente e costantemente proteso verso il di più dell’amore di Cristo. Non sono i sentimenti la vera bussola, ma Tu, tutto donato. L’attenzione al “come” Tu hai amato noi fa la differenza.
“Amatevi gli uni gli altri. Se ci amiamo gli uni gli altri Dio dimora in noi e l’amore di lui è compiuto in noi”. Questa è la rivoluzione, la nuova creazione che allunga del radici della fede, fa rifiorire la speranza, spalanca il vuoto al “tutto è possibile” di Dio. La precisa prova della genuinità del nostro cristianesimo è qui, nell’amore reciproco. E solo qui Dio può rimanere, nella realizzazione della sua volontà, non nei capricci, rivalità, cattive parole e azioni che continuano a strappare la buona stoffa del Vangelo.
Gesù, ha sete di te l’anima mia, di questa smisurata passione per ciò che davvero unisce cielo e terra, infinito a piccolezza. Perdonami se spesso ciò che hai fatto per me non è la mia forza per aiutare i fratelli, se la tua gratuità non si prolunga nelle mie azioni.
“Riferirono quello che Dio aveva fatto per mezzo loro…”
Gemo nella mia incapacità di diventare costantemente trasmissione di buona notizia, di tua opera… Mi affido a te che fai nuove tutte le cose e ti chiedo di aiutarmi ad essere tuo vero discepolo, a trasformare i miei deboli segni di civiltà in chiara manifestazione del tuo amore, libero dall’egoismo, dal facile istinto di seguire convenienze e simpatie. La vigilanza sul mio vivere diventi sollecitudine e rafforzi il desiderio di te «tutto in tutti», vera salute delle membra.
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri”.
Dalla mia confidenza in Te trarrò l’amore per l’unità, la forza della carità, la pazienza nella povertà. Tu mi ami sempre, fa’ che possa essere più coerente con questa meraviglia. Amare sempre e per sempre è la festa di vita realizzata. Ogni giorno sia impegno in questa storia di buona battaglia, di atletica interiore, di Corpo unito al Capo.