(Cristina Terribili)
Erano anni che non veniva organizzato un concorso con numeri così elevati, in più per un lavoro con un tempo ben determinato, per una figura professionale che è chiara, per chi ha svolto già il ruolo, ma che è diventata appannaggio di 79mila persone.
Un numero importante di laureati in diverse discipline, che saranno selezionati prima in base al voto di laurea, successivamente accederanno alla prova selettiva e poi si spartiranno poco meno di 3mila posti in tutta Italia. Scriviamo degli ormai famosi “navigator”.
L’incontro tra domanda e offerta di lavoro è già partita. Sono già presenti libri per superare il concorso, corsi di formazione sulle materie d’esame (cultura generale, logica, informatica, politica del lavoro, reddito di cittadinanza, contrattualistica, formazione, mercato del lavoro, economia aziendale e test psicoattitudinali), ma l’elenco degli ammessi al concorso ancora non è disponibile. Forse se avessero subito selezionato giovani entro i trent’anni con un voto di laurea compreso tra 110 e 110 e lode, avrebbero avuto immediatamente un numero di candidati congruo.
Le prove di selezione si svolgeranno a Roma, forse anche Italo o Trenitalia prevederanno offerte speciali per chi è munito della domanda di partecipazione, benché la graduatoria sarà, così come già previsto nel bando, su base provinciale. Perché allora non prevedere concorsi in ogni regione? Spostarsi dalla Valle d’Aosta (per 6 posti ammissibili per Aosta) o dalla Sicilia (429 posti suddivisi tra le diverse province), richiede tempo e spese da affrontare.
Forse è stato deciso di far viaggiare i navigator per fargli provare l’esperienza dello spostamento per un lavoro,visto che le future offerte di impiego che saranno tenuti a trovare per le persone che hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza sono, per il primo impiego, entro i 100 km dal luogo di residenza; la seconda offerta entro i 250 km e il terzo impiego, se gli altri sono stati rifiutati, in tutto il territorio nazionale, pena l’esclusione dal sostegno economico.
Eppure, per gli esami di maturità, lo Stato è in grado di gestire un concorso in un unico giorno con delle prove che sono mantenute “segrete” fino al momento in cui tutti si accingono a svolgerle. Tra mille domande risulta però chiaro che l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro non si svolge in questo modo. Mettere la persona giusta al posto giusto, richiede una visione ampia, la scelta impone criteri diversi, e già in questo caso si sarebbero potuti fornire criteri di selezione più idonei a valutare un discreto numero di candidati.
L’informatica ormai ha la capacità di gestire e organizzare moltitudini infinite di dati, chi programma però deve avere chiaro cosa inserire, quale dato va incrociato, per fornire una rosa di candidati con le caratteristiche più adeguate e vicine a quanto quell’impiego richiede. Soprattutto se quel lavoro va svolto bene per un tempo limitato. Questo presuppone conoscenze non solo delle leggi, ma anche del territorio, delle potenzialità delle risorse e anche dei limiti che non consentono la facilità di accesso.
La giovane età o il voto di laurea non sono i criteri migliori per selezionare un candidato, lo capiranno gli stessi navigator quando si avvieranno verso il mondo del lavoro. Sarebbe, a volte, più opportuno selezionare le persone secondo caratteristiche di personalità, una persona con tratti ossessivi starebbe benissimo in un ambiente di lavoro in cui si richiede una discreta precisione; chi è sospettoso è perfetto per la gestione di sistemi di sicurezza; chi ha una personalità estroversa ha tutto l’accesso ai posti dove si privilegia il contatto con il pubblico, mentre chi è introverso può trovare la migliore collocazione in posizioni che prevedono un lavoro con mansioni con ridotti scambi con l’esterno.
Sicuramente cercare e trovare lavoro non è semplice, entrare a far parte di un ambiente di lavoro, saper mantenere il proprio lavoro all’interno di un percorso di crescita personale e professionale continuo è ancora poco chiaro per chi lavora nel nostro paese. Il percorso che ad esempio svolgono i ragazzi disabili, attraverso l’accompagnamento formativo e di avvio al lavoro, dovrebbe essere pensato sui grandi numeri perché oggi, più di altri periodi storici, il divario tra chi cerca lavoro e il luogo di lavoro e le professionalità richieste dal mercato sono troppo frammentate e chi ti accompagna deve essere veramente bravo.