(Filippo Ciantia)

Negli anni 80 il sindacato polacco divenne un movimento di massa, ma le sue radici profonde trovavano anche nell’arte un’origine solida. La Chiesa cattolica, anima del popolo, favoriva lo sviluppo di gruppi di artisti. Si trattava di un punto di resistenza antico: lo stesso Wojtyła, prima di entrare in seminario, aveva fatto parte di una di queste associazioni, tanto temute dal potere: “la bellezza ci mette in relazione con la forza della verità”. Questa forma diffusa di resistenza ha contribuito allo sviluppo di un movimento politico non violento, capace di cambiare le sorti del paese.

Alcuni gruppi di artisti, come Sacrosong, riescono a raggiungere l’occidente per esibirsi in eventi organizzati dalla Chiesa.

La bellezza e la maestria musicale di Božena affascinano Gianfranco e l’innamoramento lo porta varie volte in Polonia, sfidando colpi di stato e chiusure delle frontiere. Ora vivono a Ostra, terra di ottimo vino, olio d’oliva, frumento e girasoli. Paesaggio bellissimo di quell’arte del territorio che si chiama agricoltura. Nascono due figlie. La prima, Miriam, non può che chiamarsi anche Bogomiła, dono di Dio. Poi arriva ad allietare la famiglia Danuta. Entrambe le figlie succhiano con il latte e apprendono con occhi e orecchie musica e gusto per il bello. Avventurosa la storia d’amore, avventurosa la vita familiare. Bogomiła ha sposato un compositore che insegna ad Harvard: anche lei è stimata maestra di musica. Danuta, invece, entra in un monastero tutto speciale dove il carisma è l’adorazione del Corpo di Cristo e la diffusione della bellezza: compone, studia arte, suona violino e partecipa a concerti.

La ferita di Gianfranco non si chiude neppure di fronte a tanta bellezza quotidiana, vicina e lontana. Con un gruppo di amici veramente speciali, costituisce l’associazione “Salvagente”, che si fa carico delle persone disagiate e delle famiglie in difficoltà. Così ai poveri non mancano cibo, vestiti, farmaci e consulenza legale. Ma soprattutto a tutti vengono offerti corsi di musica e di teatro, perché la Bellezza che investe lo spazio si chiama arte e la Bellezza che investe l’uomo si chiama carità.

“L’ampiezza della ferita rivela quale sia lo strale, l’intensità del desiderio lascia intuire Chi abbia scoccato il dardo” (Nicolaus Cabasilas)