Vero che a Ivrea, a toccare il Carnevale, ci si può fare male… aprendo spiragli dai quali potrebbe diventare incontrollabile gestire l’aria che tirerà. In fondo il Carnevale è patrimonio culturale, sociale e identitario della Città, celebra il rifiuto della tirannide e manifesta l’attaccamento alla libertà e alla democrazia. Il che la dice lunga su quanto sia delicato metterci le mani, quanta prudenza e rispetto siano necessari per quella sinergia che negli anni si è messa in moto tra pubblico e privato per assicurarne la realizzazione.
In anni recenti il Comune di Ivrea aveva dato vita a una Fondazione – con patrimonio pubblico – per gestire l’organizzazione dell’evento sotto il profilo istituzionale. Lo Statuto della Fondazione prevede un Consiglio di amministrazione con compiti di gestione e un Comitato delle Componenti, storiche e folkloristiche, istituito formalmente come “organo di supporto dell’opera del Consiglio di amministrazione, con potere consultivo sulle deliberazioni relative agli aspetti organizzativi della manifestazione”.
Se le Componenti rendono possibile il Carnevale, la parte politico-istituzionale ha la responsabilità patrimoniale, e l’azione della Fondazione si basa sulla buona collaborazione e l’equilibrio tra queste due parti. Ma salta fuori che la Fondazione del Carnevale ha cambiato il suo Statuto – il che è legittimo –, in fretta e furia, senza alcun confronto, addirittura, si legge in una mozione presentata ieri sera nella riunione dei capigruppo – che prelude al Consiglio comunale del 30 luglio e firmata da tutta l’opposizione, Pd, Viviamo Ivrea e Movimento 5Stelle –, “in maniera autoritaria e unilaterale, senza il minimo coinvolgimento del Consiglio comunale, che risponde di una eventuale gestione in perdita della Fondazione, e che propone al sindaco la nomina di due consiglieri di amministrazione della stessa”.
Ciò che è definito “strappo istituzionale” si sarebbe consumato “nel silenzio più totale, costringendo i consiglieri ad apprendere la notizia dagli organi di stampa quattro giorni prima rispetto all’incontro dal notaio per consolidare le modifiche statutarie”; e si parla di “attentato alla vita del carnevale, stravolge i delicati equilibri in seno al cda e riduce al lumicino la rappresentatività delle Componenti umiliandole e mortificandole”.
La mozione, che parla esplicitamente di “emergenza Carnevale”, sarà presentata e messa ai voti durante il Consiglio di martedì. Cosa ne uscirà è tutto da vedere, ma certamente questa mossa ha compattato le opposizioni che siedono in Consiglio e il fronte delle Componenti del Carnevale. La mozione chiede al sindaco di “convocare il cda della Fondazione dello Storico Carnevale, con esplicito mandato di bloccare ogni modifica statutaria, seppur già unilateralmente deliberata, attivando un percorso partecipato e concertato, che addivenga a modifiche condivise”; e qualora ciò fosse non fosse fatto “invitare il presidente e i consiglieri di amministrazione a rassegnare le loro dimissioni”.
Il capogruppo Comotto ha inoltre presentato una interpellanza, firmata anche dagli altri gruppi di minoranza, per chiedere al sindaco di spiegare i motivi dell’adozione di un procedura tanto sbrigativa e “autoritaria” per le modifiche allo Statuto della Fondazione del Carnevale.
Nei giorni scorsi, quando la polemica aveva mosso i primi passi, il sindaco aveva affermato che nessun rinvio sarebbe stato possibile, lasciando intendere che l’asse creatosi tra le Componenti e le opposizioni che siedono in Consiglio non era stata affatto apprezzato.