Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

(Le Suore di Maria Stella del Mattino)

Che cosa un giudice disonesto e una vedova possono rivelarci di Dio? La parabola è molto sorprendente: per parlare di Dio Padre, Gesù avrebbe potuto servirsi di una realtà positiva, di tante cose belle di questo mondo…, invece no! Che c’entra Dio con il giudice disonesto? Nella Sacra Scrittura troviamo altri passi di questo genere dove un aspetto piuttosto negativo è utilizzato per rivelare qualcosa del mistero di Dio: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13); “Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 15).

San Tommaso d’Aquino nella sua Somma di Teologia ci dice, riguardo a questo modo di parlare, che “è più conveniente che le realtà spirituali ci vengano presentate nella Sacra Scrittura sotto figure di corpi vili, anziché di corpi nobili” e dà per questo alcune ragioni. Ne riprendiamo qui due, perché ci aiutano ad approfondire il Vangelo di questa domenica. La prima ragione è questa: per preservare dall’errore, poiché appare chiaro infatti che tali simboli non vengono applicati alle realtà divine in senso proprio, in questo Vangelo ci rendiamo subito conto che Dio non è come il giudice ingiusto. La seconda ragione che san Tommaso indica è ugualmente interessante: “Un tale modo di procedere è più conforme alla conoscenza che noi abbiamo di Dio in questa vita. Infatti di Dio noi sappiamo ciò che non è piuttosto che ciò che è, e quindi le figure delle cose che sono più distanti da Dio ci fanno intendere meglio che Dio è al di sopra di quanto noi possiamo dire o pensare di lui”.

È molto vero che il mistero di Dio ci sorpassa infinitamente ed e difficile trovare un linguaggio adeguato per parlare di lui; però, quando la Parola di Dio utilizza queste immagini un po’ forti, questo può svegliarci, interrogarci, rimettere in discussione: ma io, che cosa penso di Dio? Quale è la mia immagine di Dio? Chi è Dio per me? La Parola di Dio può purificarci da tutte le false immagini di Dio, per esempio quando consideriamo Dio responsabile del male che esiste nel mondo.

Gesù vuole dirci: se umanamente, questo giudice che non si preoccupa della povera vedova, finalmente a causa della sua insistenza le rende giustizia, tanto più lo farà con noi Dio, che è infinitamente buono, che è Amore senza limiti. Il Vangelo ci invita alla fiducia. Dio ascolta sempre la nostra preghiera, ma non secondo il nostro modo di pensare che è limitato, ristretto… Dio è nell’eternità, noi siamo nel tempo. La preghiera ci educa alla perseveranza. Non diciamo mai: ho pregato abbastanza!

(Lc 18,1-8) In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».