San Mosè di Roma visse i turbolenti anni della terribile persecuzione dell’imperatore Decio, che colpì vescovi, patriarchi, Papa Fabiano stesso.
Per questo motivo, la Chiesa romana non riuscì a trovare un pontefice e fu amministrata da un collegio di sacerdoti, tra cui per anzianità e prestigio si elevava Mosè, quasi un decano.
Nel tempo della persecuzione, molti Cristiani avevano rinnegato la propria fede e questo aveva suscitato aspre polemiche all’interno della Chiesa tra chi predicava una linea di intransigenza e chi, come Mosè, sosteneva una linea più tollerante nei confronti degli apostati o chi, semplicemente, si era sottratto al pericolo.
Morì nel 251, vittima di una lunga prigionia, anche se non fu propriamente martire. Soltanto in epoca recente gli è stato attribuito questo titolo per aver testimoniato la propria fede fino alla morte in catene.