(Editoriale)
Ancora pochi giorni e sarà Natale.
Che Natale abbiamo preparato? Che Natale avremo tra le mani? Perché a ben guardare Natale esiste perché esiste Gesù, che in quel giorno è festeggiato per il suo compleanno, con tutto il significato che si porta appresso.
Già, ma c’è ancora il festeggiato? Certo che sì! Lui c’è, a modo suo c’è, eccome!
Il problema sta forse nel fatto che siamo noi a festeggiare il festeggiato lasciandolo sull’uscio di casa – quando va bene – altrimenti anche più lontano, nel dimenticatoio, se possibile.
Festeggiamo ma il festeggiato non ci interessa.
Allora non è il festeggiato che manca all’appuntamento, è l’Uomo che diserta, che non lo riconosce, non lo vuole, lo tiene a debita distanza, addirittura sente il disagio se… ma intanto festeggia.
Festeggia cosa? Mai festeggiato un padre, una madre, un fratello o sorella assenti o ancor più non riconoscendone l’esistenza? Sarebbe una festa piena di tante cose ma vuota di senso. Così come il Natale privato del suo valore, del suo messaggio, della sua Buona Novella.
I cattolici, almeno loro, ma si sono accorti che il Natale “ci è stato scippato e non ce ne siamo neppure accorti? – o forse sì – e allora eccoci complici, consenzienti o semplicemente distratti”.
Quale augurio dunque? Senza il festeggiato non c’è festa. È tempo di rimetterlo al posto giusto.
Auguri!