(Editoriale)
Dal numero della settimana scorsa del nostro giornale, il primo del 2020, sulla testata è apparsa una “C”, ad indicare in lettere romane che siamo entrati nel centesimo anno di pubblicazione de Il Risveglio Popolare. E non possiamo fare a meno di notarlo già adesso, per celebrarlo nel corso dei mesi a venire e soprattutto per andare alla ricerca – durante tutto quest’anno – di una storia lunga e certamente gloriosa del nostro settimanale, che permetterà di saperne di più e meglio da quel lontano 1920, e che servirà anche a rinvigorire forze, spirito, volontà, professionalità de Il Risveglio Popolare di oggi.
Riandare a quel 1920 per trovarne traccia è il nostro primo desiderio, per consolidarne la nascita e apprezzarne il percorso professionale di questi primi cento anni. Ma cento anni non sono proprio tutti dietro l’angolo, di acqua ne è passata sotto i ponti, e magari qualcosa s’è portata via. Allora abbiamo cominciato con qualcosa di più vicino a noi, dove le memorie storiche possono darci indicazioni e sicurezze.
Siamo andati a vedere i numeri del giornale del 1970, anno in cui si sarebbero dovuti celebrare i primi 50 anni di pubblicazione, e ci è bastato sfogliare qualche pagina di quella raccolta per trovare il numero 2 dell’8 gennaio 1970 e leggere in prima pagina il titolo “Il Risveglio Popolare: anno 50°”, poi un breve cappello introduttivo e quindi un lungo pezzo affidato alla penna di Giuseppe Pittarelli, direttore fin dal 1945.
Ci ritorneremo, anzi, marcheremo questo 2020 con le tracce lasciate da cento anni di storia de Il Risveglio Popolare, visto che abbiamo già messo in moto la professionalità e la curiosità di chi – dentro e fuori la Chiesa – di ricerche storiche se ne intende, e ha avuto l’amabilità di assecondare la nostra richiesta di recuperare più informazioni e notizie possibili vicine, se non addirittura nell’anno di nascita del nostro giornale.
Ma tutti possono dare il loro contributo per arricchire la storia, affinché l’itinerario da ieri ad oggi si dipani davanti ai nostri occhi, arricchendoci non solo per il piacere di saperne di più ma anche per capire l’evoluzione del nostro territorio e delle nostre realtà e comunità civili ed ecclesiali, viste e lette da un osservatorio privilegiato, qual è un giornale locale. Esperienza che oggi si ripete e continua, rafforzandosi.
Ufficialmente, quindi, nel 2020 il nostro settimanale varca la soglia del secolo di vita. Ufficialmente per l’anagrafe giornalistica, in quanto un settimanale diocesano c’era già ben prima del 1920. In ogni caso il centenario va ricordato.
La ricchezza dei contributi e dei suggerimenti che siamo certi già dalla prossima settimana arriveranno in redazione per alimentare la storia più remota, passa da ciò che scriveva Giuseppe Pittarelli su quel numero dell’8 gennaio 1970, in occasione del cinquantesimo, andando lui stesso indietro con la sua memoria di 25 anni; nell’aprile del 1945 Il Risveglio Popolare “corse il serio pericolo di cessare le pubblicazioni” e dal 1945 al 1947 “ebbe vita grama dovuta all’incalzare dei prezzi, al numero ancora scarso degli abbonati… eppure si notava che attorno a lui si stringeva affettuosamente la Diocesi…”
E prima di ricordare il grande vigore di tante persone, di collaboratori, sacerdoti, delegati che lo fecero grande negli anni successivi, Giuseppe Pittarelli scriveva: “nel rivedere quei primi numeri, piccoli mosaici di notizie locali, di citazioni autorevoli, di presentazione della dottrina sociale della Chiesa, di esortazione a sostenere le nostre opere, di noterelle agricole e domestiche… per me oggi è tutta una storia; forse per molti altri è qualcosa di troppo piccolo, di superato… eppure il neofistismo di quel tempo ci permette oggi la fortuna di possedere un giornale, ci impegna ad impedirne il ridimensionamento”.
La storia di ieri al servizio del giornale di oggi.