(Filippo Ciantia)
In farmacologia, l’espressione “Real World Evidence” è l’evidenza clinica relativa all’uso e ai potenziali benefici o rischi di un farmaco: una evidenza derivata dall’analisi dei Real World Data, i “dati del mondo reale”. Nell’epoca della disponibilità di enormi banche dati, si tratta di una importante risorsa per la ricerca medica. Ovviamente sono necessarie rigorose metodologie scientifiche per un utilizzo adeguato dei dati del mondo reale.
Recentemente, sono stato invitato alla presentazione di un libro sulle buone pratiche della ricerca basata sull’osservazione del mondo reale. Si sono espressi sul tema personalità scientifiche del mondo accademico, dell’industria, della società civile e dei centri di cura all’avanguardia.
Facente parte (indegnamente, pensavo) di tale autorevole pannello di esperti, mentre aspettavo il mio turno per parlare del sistema informativo che gestisce l’approvvigionamento di farmaci agli enti caritativi e di prossimità che si dedicano alla cura delle persone che vivono in povertà, sono stato sorpreso da due fatti.
Tra i primi relatori ha preso la parola il professor Giuseppe Mancia, che dirigeva il gruppo di ricerca dell’Ospedale Policlinico di Milano, nel quale mia moglie ed io abbiamo preparato la tesi di laurea. Dopo il suo elegante intervento, si è avvicinato e mi ha salutato con grande cordialità, ricordando le intense settimane di lavoro e desiderando rincontrarci dopo tanti anni. La nostra partenza per l’Africa lo aveva molto colpito e interrogato.
Infine, l’ultimo intervento del professor Giovanni Corrao, ricco e documentato.
In chiusura una sua dichiarazione: “Mi interesso di medicine e epidemiologia, ma ho scoperto che ci sono persone che, a causa della povertà, anche nel nostro Paese, con un sistema sanitario per tutti, non hanno accesso alle cure. Mi sono domandato: cosa posso fare di più, io che non sono capace di volontariato, per età e impegni? Ho deciso di dare tutti i proventi della vendita del libro a Banco Farmaceutico perché possa anch’io contribuire a fornire le medicine a chi non può permettersele”.
Il mondo reale non è solo fatto di big data e registri, ma anche del cuore delle persone. Dell’antico professore, ancora affezionato ai suoi studenti e del grande professore e studioso che si commuove per le sofferenze di chi è escluso.
Un solo gesto di bontà salva il mondo (reale).