Antichi segni di devozione da custodire
(Stefano Toscana)
SAN GIUSTO – Il Giardino del Canavese è noto per la devozione all’Addolorata, con diversi piloni votivi a Lei dedicati: ve ne sono diversi in paese ed in campagna, un po’ ovunque.
La via Cappo (arteria secondaria del centro di San Giusto che parte dalla confluenza fra via Aosta, viale Malpiardo e via dell’Asilo) ha però una particolarità che non resta inosservata: è forse quella con più piloni votivi presenti, che si apprezzano in particolare se la si percorre a piedi in tutta la sua lunghezza. Ve ne sono ben 4: uno all’inizio della via; un secondo a qualche decina di metri; quindi verso metà percorso quello di San Domenico Savio all’altezza del bivio di viale dei Caduti che reca al camposanto e, verso la fine, quello dedicato all’Addolorata.
Il primo è alquanto corroso dal tempo e dagli agenti climatici, difatti l’ultimo restauro è di una ventina d’anni fa: ed è un peccato, poiché ben visibile ed in un tratto molto percorso dagli automobilisti. Certamente meriterebbe, per bellezza, un suo ritocco: a malapena si vede l’affresco della prima nicchia e sarebbe quanto mai bello rivedere tutto il complesso al suo antico splendore. Datato 1960, era stato eretto dalla famiglia Ghignone e Fiorina per un voto: da un lato originariamente vi era ritratto san Giorgio col drago (ora santa Rita da Cascia che si stenta a riconoscere, intuendo però l’abito da suora), dall’altro san Paolo e santa Lucia.
Lo splendore non manca invece al secondo pilone, dedicato all’Addolorata ai piedi della croce e con Gesù esanime fra le sue braccia, al fianco due imprecisati santi. Eretto almeno un secolo fa dai bisnonni di Battista Marco, è stato nuovamente riaffrescato solo la scorsa settimana, pur essendo comunque ancora in buone condizioni, vista la cura che ne ha il proprietario. Con l’abbellimento floreale che non manca mai, mentre dall’alto è rappresentato Dio Padre che osserva e protegge.
A metà via, dicevamo, la statua di un giovane san Domenico Savio (probabilmente è l’unica testimonianza a lui dedicata in paese, dopo il vandalismo subito tempo addietro da quello vicino alle scuole), eretto nel 1966 dalla famiglia di Giorgio Fiorina, come ringraziamento per la nascita del figlio. Ancora in discrete condizioni, proprio all’angolo della muratura che s’affaccia lungo il verde fossato e protetto da una grata con all’interno fiori di devozione, osserva i passanti mentre prega col rosario al collo.
Infine, ancora un pilone dedicato alla Madonna Addolorata, al principio di vicolo Vic, con una statua in legno risalente al 1700: anche in questo caso, il pilone è fortemente deteriorato e sarebbe da ristrutturare, sia per il valore affettivo per i fedeli che per la datazione ed il suo pregio. La sua origine si perde nel tempo: la costruzione è dell’inizio Novecento e gli anziani raccontano che sia dovuto ad una donna che aveva il figlio in guerra, con la supplica affinché tornasse a casa sano e salvo.
Per concludere, un augurio per il futuro: certamente con tutti i piloni nel loro splendore, via Cappo sarebbe forse una delle più belle per presenza di richiami votivi del paese.