(Filippo Ciantia)
Il governatore Attilio Fontana ha affermato in un’intervista che durante la forzata quarantena nel suo ufficio al Pirellone, ha potuto ammirare i “tramonti degni delle parole di Manzoni sui cieli di Lombardia”.
Tre settimane fa, per un tumore, è mancato un mio carissimo amico, Angelo detto Giò. Al suo funerale c’erano, come accade per chi ha vissuto con un cuore buono, tantissime persone, che in qualche modo hanno incontrato una persona che ha lasciato un segno del divino nel loro cuore. Agli amici di lunga data si sono aggiunti quanti lo hanno incontrato da malato e si sono accorti di quanta gente gli volesse bene. Tutti avevano un debito di umanità da saldare, almeno in parte.
Quel giorno c’era un cielo “manzoniano” e l’arco alpino, dominato dal Monte Rosa, sembrava abbracciare la chiesa e il popolo che l’affollava. Un gruppo di compagni d’università dei figli, al cimitero, hanno cantato al “Signore delle cime” affinché in Paradiso il nostro amico andasse per le sue montagne, dopo l’ultimo miglio, il più difficile e il più sacro. Da quel giorno la casa di Maria e dei figli è diventato un luogo di incontro per tantissime persone che
volevano ricordare Giò, consolando i suoi cari.
Poi esplode l’epidemia nelle nostre terre. Giustamente, per contribuire ad arginare il contagio, sono state sospese le messe e non si celebrano i funerali né altre cerimonie religiose.
La settimana scorsa è mancato un altro amico molto caro: una setticemia, niente a che fare con il Covid-19, che con la sua diffusione così rapida nelle ultime settimane, ha costretto ad annullare i funerali, sebbene tantissimi avessero espresso ai familiari questo desiderio. Un dolore nel dolore.
È però comunque possibile visitare le chiese. Venerdì, il primo della quaresima ambrosiana, con mia moglie Luciana, abbiamo “fatto” insieme la Via Crucis. L’ultima stazione della via dolorosa ci ricorda la deposizione dalla croce e la sepoltura di Gesù. Anche Gesù è stato sepolto senza folla, con pochissimi che partecipavano al dolore della Madre. I tanti funerali di questi giorni, senza amici, con pochi testimoni, sono quelli più vicini alla sepoltura del nostro Maestro.
“Per la tua divina solitudine, insegnaci, o Gesù, a saper vivere soltanto con te”.