(Filippo Ciantia)
Più che con Dolores Ibárruri (detentrice del titolo per antonomasia), si troverebbe meglio – per lo meno per l’appartenenza politica – in compagnia di Carlotta Guareschi, figlia del noto e da lei amato scrittore Giovannino.
Ma “pasionaria” – in quanto instancabile e appassionata lottatrice per lo storico Asilo “Busti” di Venegono Superiore (VA) – Piera Santandrea lo è a tutti gli effetti.
Papà Francesco fu abile muratore e capocantiere, soprattutto a Milano; mamma Enrica apprezzatissima sarta di cappotti e abiti da sposa.
La famiglia entra a far parte dei “particular”, quei venegonesi che riescono a costruirsi la casa grazie al proprio lavoro. La vita della primogenita Piera è legata all’asilo parrocchiale (dal 1889 al 1992 animato dalle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda).
L’incontro con due suore segna il suo cammino personale, professionale e civile: Suor Addolorata, figura mistica e artistica, l’affascinò nell’adolescenza per la creatività e la capacità di appassionare le giovani alla bellezza e all’arte (dal teatro alle composizioni floreali, tutto era bellezza e spunto per dar gloria al Signore): più avanti nacque una profonda relazione con suor Franceschilla Tassi, già missionaria in Albania.
La concretezza e l’operosità in famiglia la orientano verso la ragioneria presso le Orsoline di Saronno, dove capisce che occorre unire strettamente studio e lavoro. Per questo, dopo il diploma insegna e allo stesso tempo lavora in uno studio professionale.
I suoi alunni ricordano ancora oggi, non solo una presenza affettuosa e attenta, ma una preparazione che permetteva un facile inserimento lavorativo.
35 anni di insegnamento sono segnati da tre parole: “partecipazione” alla vita e alle domande dei giovani senza tirarsi indietro; orientamento dell’allievo al “lavoro”; rapporti dettati da un “affetto” che dura ancora oggi. L’asilo ancor oggi è il punto centrale della sua storia.
Partecipa alla gestione dell’asilo come consigliera, prima, poi come presidente. I 35 anni di attività volontaria per l’asilo Busti sono pieni di volontà di servizio alla comunità, possibile solo grazie a personalità adulte mature e certe nella fede.
“Il bambino cresce sano quando cresce certo! La certezza viene dall’adulto che gli è davanti, che si accompagna a lui, a casa, a scuola e poi via via nella vita. Un bambino, un ragazzo cresce quando la sua libertà si confronta con una proposta precisa, con un adulto che non gli nasconde ciò in cui crede, ciò per cui vale la pena vivere, ciò che per lui è importante, vitale, bello”.