(Cristina Terribili)
Com’è strano questo nostro Bel Paese: sembra non essere un paese per giovani, ma al tempo stesso neanche un paese per vecchi!
Che strano se un giorno ci svegliassimo e trovassimo in giro per le strade solo persone di mezza età (meglio ancora se di bell’aspetto, con un solido conto in banca e senza marmocchi al seguito), mentre bambini, ragazzi e anziani… tutti scomparsi!
Questo mese di novembre si è aperto con la perdita di due grandissimi e anziani attori, Sean Connery e Gigi Proietti, attori che ci hanno fatto vivere anni bellissimi grazie ai ruoli che hanno interpretato. Questo novembre si è aperto anche con una grande mobilitazione per “salvare” il canale Rai Storia.
Abbiamo uno strano rapporto con la memoria, si alterna sempre il desiderio di ricordare e il desiderio di dimenticare; il desiderio di far conoscere il passato ed il desiderio di avviarsi verso il futuro lasciandosi il passato alle spalle. Passato e futuro sono rappresentati proprio da quelle vecchie e giovani leve che a volte ci stanno tanti simpatici e a volte troviamo più o meno amabilmente insopportabili.
Gli anziani e i bambini, da sempre le categorie fragili per eccellenza sono sottoposte a stress non indifferenti nelle condizioni di crisi.
Risultano sempre i più colpiti per l’assenza di servizi, per la mancanza di robuste reti sociali, perché le famiglie faticano a conciliare i tempi di lavoro con i tempi dedicati alla cura di qualche altro membro della famiglia e anche quando, per fragilità economiche si sopravvive grazie ad una qualche pensione, spesso si sviluppano sentimenti di risentimento piuttosto che di gratitudine.
Ora che facciamo i conti con un riattivarsi dei contagi da Covid, ora che gli ospedali fanno di nuovo fatica ad accogliere i bisogni di tanti malati, invece di collaborare tutti per superare un nuovo periodo di limitazioni, ascoltiamo voci o cori di persone che rinchiuderebbero anziani e ragazzi da qualche parte per risolvere ogni genere di problema.
Sicuramente si deve essere attenti e preoccupati per la loro salute fisica, non bisogna dimenticare però che la salute psicologica ha altrettanta dignità e diritto di essere presa in considerazione. La limitazione in casa l’abbiamo tutti sperimentata in primavera e sebbene sembri oggi un ricordo lontano, già allora ragazzi ed anziani avevano/avrebbero avuto bisogno di tutte le attenzioni possibili.
Inoltre, se i ragazzi hanno potuto beneficiare di un nuovo inizio scolastico, di aver trovato o scoperto vecchie e nuove amicizie, il mondo della terza età ha fatto i conti con la perdita, con le mancanze, con la paura di sapere che qualcuno di loro conoscenza poteva essere venuto a mancare.
Tornare per i nostri anziani al confinamento nelle quattro mura, sentirsi a rischio, in pericolo o viceversa additati per non aver messo correttamente la mascherina o per un colpo di tosse in più, è e sarà una grande sofferenza. Sarà una sofferenza districarsi tra nuove code, nuove chiusure, nuove relazioni che vanno a frammentarsi.
Ci si augura che quel sistema di aiuto che in fretta e furia si era organizzato intorno ai più fragili si possa facilmente ripristinare, che le persone anziane che hanno beneficiato di una qualche forma di assistenza da parte di associazioni di volontariato possano essere prontamente richiamati e possano anche segnalare chi sanno essere solo o in difficoltà.
Se osservare quello che da alcune parti è accaduto durante l’estate non ha fatto capire a tutti che siamo veramente e strettamente interconnessi, speriamo che questo autunno sia di responsabilità per tutti, per poterci garantire un Natale sereno, per poterci ritrovare tutti dopo uno scampato pericolo. La fase di emergenza in cui eravamo tutti impreparati è superata: dovremmo aver imparato dai nostri errori e quindi tutti pronti a tendere la mano ai nostri amici, parenti e conoscenti con qualche capello bianco in più.
Prepariamoci l’elenco con i numeri di telefono e ricordiamoci di fare ogni giorno una telefonata a qualcuno per sincerarsi di come si senta; prepariamo i carrelli della spesa se devono accogliere una cassa d’acqua da portare al nostro vicino; dietro la mascherina mostriamo i nostri occhi sicuri che ce la possiamo fare, che saremo tutti coraggiosi, che nessuno verrà escluso perché ognuno è importante e contribuisce alla bellezza della nostra esistenza.
Affrontiamo con creatività questo nuovo obiettivo e aiutiamoci ad arrivare a chiudere il 2020 ancora più forti di ieri. Forti dei nostri valori, delle nostre passioni, della nostra storia.