di Guillermo Del Toro
paese: Usa, 2017
genere: fantastico-drammatico
interpreti: Sally Hawkins, Doug Jones,
Richard Jenkins, Octavia Spencer
durata: 1 ora e 59 minuti
giudizio: interessante-bello
Guillermo del Toro ha rivelato di aver espresso nel suo ultimo film la propria concezione dell’amore. E ha aggiunto che il tentativo di raccontarne la trama “ti fa sembrare ubriaco anche se non lo sei”: ma ci proviamo…
L’anno è il 1962, l’America e l’Unione Sovietica si dondolano sul precario equilibrio della guerra fredda e, dopo la corsa agli armamenti, si affrontano in una competizione sempre più serrata (quasi grottesca) nelle conquiste spaziali e nella propaganda ideologica. All’interno del laboratorio scientifico di Baltimora lavora Elisa, una donna sola affetta da mutismo: è addetta alle pulizie, e il suo mondo è composto di molti gesti abitudinari senza vitalità; ha una collega afroamericana di nome Zelda che si è affezionata ai suoi modi tristi e un vicino di casa pittore, Giles, alle prese con un’omosessualità nascosta e i tentativi di sbarcare il lunario. Ma mentre il mondo esterno di Elisa è vuoto e senza rumori, la sua anima interiore è ricchissima; quando nel centro sperimentale è trasportata una strana creatura anfibia, con sembianze umane e corpo ricoperto da squame, tutto si trasforma in curiosità, stupore e audacia. Le vite dei personaggi cambieranno, per la prima volta unite nella difesa dell’uomo-pesce, che rischia di diventare l’ennesimo crudele esperimento dell’ingordigia umana sotto le false spoglie della ricerca scientifica.
Ci sono tantissime citazioni cinematografiche (forse troppe) a partire da “Il mostro della laguna nera” del 1954, pellicola che ha suggerito le sembianze per la creatura di Del Toro, proseguendo con “Scarpette rosse” e ritrovando Shirley Temple, Ginger Rogers, Fred Astaire… Ma è anche un omaggio alla filmografia di Tim Burton e alle fiabe gotiche, su tutte La bella e la bestia: notevole la rappresentazione interna del centro di ricerca o dell’appartamento di Elisa.
Per chiudere con un’altra citazione, i lettori osservando le immagini potranno ripensare all’Atalante di Jean Vigo e all’acqua che assume le sembianze della persona amata.
Graziella Cortese