(Cristina Terribili)
In psicologia si osserva con attenzione il contesto sociale in cui è inclusa ogni persona, si cerca di comprendere a quali stimoli ciascuno possa essere esposto, quali siano i messaggi che l’individuo assorbe più o meno volontariamente… Per questo uno psicologo è tenuto a guardare i programmi televisivi, seguire le proposte cinematografiche, leggere i giornali, osservare con attenzione i messaggi pubblicitari.
Mi pare di poter dire che, in questo periodo tanto anomalo, uno dei messaggi più interessanti lo abbia fatto la catena “Burger King”, che ha invitato il pubblico a concedersi un pasto e ordinare una cena presso i suoi concorrenti per sostenere i lavoratori impegnati nel settore della ristorazione, fortemente penalizzato da lockdown e zone rosse.
Un messaggio sociale che passa e che deve farci ricordare di migliaia di donne e uomini che sono dietro i banconi di lavoro, che rischiano il posto se la catena produttiva si interrompe. Se in passato la concorrenza tra i due colossi americani del fast food passava anche attraverso pubblicità pungenti e ironiche, nel contesto attuale contempla che invece sia messa a disposizione di un messaggio più ampio e che, ogni tanto, si possono abbassare le armi per un obiettivo più nobile.
Da alcuni giorni, in Germania, sta girando una pubblicità con un “vecchio” eroe del 2020. L’anziano signore intervistato, riferisce che nel 2020, per combattere l’epidemia da coronavirus aveva dovuto fare la sua parte per essere un eroe, aderire cioè all’ordine di non fare niente e di rimanere a casa.
“Essere pigri come procioni”, essere armati di sola pazienza con il fronte che si chiama divano, è la vera espressione di coraggio non solo di chi è giovane, ma di tutti quelli che sentono di essere responsabili nella lotta al contrasto al virus. L’eroe di oggi, come quello di marzo, è colui che si trattiene dal seguire i propri impulsi e comprende che il distanziamento è il modo più efficace per contrastare la diffusione dell’epidemia.
Ritornando nel nostro Bel Paese, da alcuni giorni sulla pagina social della Taffo (agenzia funebre divenuta celebre per le sue pubblicità ironiche e dissacranti) è presente una storia commovente, riportata dal Corriere. L’agenzia Taffo sa di avere ormai acquisito un seguito di persone molto ampio e magari potrebbe esserci qualcuno che rifletterà su ciò che viene raccontato, ossia di come alcune realtà sembrino viaggiare parallele, non incontrarsi e non comprendersi.
La vicenda narra di un uomo che si presenta al pronto soccorso con i sintomi del Covid. Ha già perso il fratello e la cognata. Lascia l’auto al parcheggio, ha pagato il parchimetro per un certo tempo ma i giorni passano e sull’auto fioccano le multe. Qualcuno lascia un biglietto con scritto che l’uomo è ricoverato e che forse bisognerebbe trattare “il caso” in modo diverso. Dopo qualche altro giorno sul cruscotto appare un nuovo messaggio, accompagnato dall’immagine dell’uomo, giusto per dare una maggiore serietà a quanto si riportava. Si avvisava che l’uomo era deceduto e che era giunto il momento di fare qualcos’altro in merito all’auto e alle multe che si erano accumulate.
Mi pare che la pubblicità – in questo tragico momento – stia manifestando un desiderio di riflessione più ampio del solito, ponendosi di fronte ad una sfida: quella di andare oltre, guardare quello che è distante e diverso dal consueto, fuori dal classico orticello di interessi strettamente privati. D’altra parte appare sempre più chiaro che, anche nel settore pubblicità/commercio, ci si salverà insieme e non uno a uno.
Sebbene “business is business” (“gli affari sono affari”), dobbiamo andare incontro ad un’economia responsabile ed etica diversa da quella conosciuta sinora. In questo ci aiuterà senz’altro la tre giorni che si tiene a partire proprio da oggi dal titolo “Economy of Francesco”, voluta dal Papa per indicare la strada verso un rinnovamento sociale ed economico, che faccia riscoprire come dice Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, “l’economia civile fondata dai francescani, poiché l’attuale sistema finanziario non regge più: bisogna riscriverne le regole”.