(Editoriale)

Un anno che inizia porta con sé un carico di speranza oggi ancora più gonfio di attese, dopo le tribolazioni del 2020 con l’infuriare della pandemia.

2020 epocale, spartiacque tra un’era “pre” e una “post” Covid. Il numero di vittime aumenta ancora e abbiamo capito che il pallottoliere digitale continuerà a indicare contagiati e morti anche per il 2021.

Da questa pandemia l’Uomo esce ridimensionato nella sua grandezza e in quella che pensava essere la sua “onnipotenza”, dopo anni di esistenza vissuta un tantino sopra le righe. Con grandezza e onnipotenza ridotte, una dose di ottimismo è indispensabile per affrontare il 2021. Non un ottimismo vuoto, fine a se stesso, chiuso e autoreferenziale, ma un ottimismo che tiene in considerazione l’Uomo per ciò che realmente è e può fare, come singolo e ancor più come comunità.

Insieme ci si salva.

Gualtiero Bassetti, cardinale presidente dei vescovi italiani, che ha sperimentato il ricovero in terapia intensiva per Covid, in una lettera aperta su Famiglia Cristiana ha scritto che il 2021 potrebbe essere l’anno della solidarietà: “Abbiamo dato prova ancora una volta della capacità di trovare unità nei grandi dolori e nelle grandi imprese. Per un cristiano questa unità si chiama solidarietà e oggi questa solidarietà significa fraternità… Le fatiche di questa stagione si potranno superare solo insieme. In questo, la comunità cristiana può essere maestra di quell’amore che va al di là dei semplici rapporti di collaborazione”.

Di fronte a un virus terribile dal punto di vista sanitario, e con gravi ripercussioni economiche attuali e future, è tracciata la strada da percorrere; le scene di disperazione sono anche la nostra disperazione; la lunga fila davanti alle mense di carità è la stessa in cui ci siamo anche noi, così come nelle corsie degli ospedali, tra gli uomini e le donne che hanno perso il lavoro e tra i ragazzi disorientati perché privati della scuola.

Ma le crisi sono anche occasioni di accelerazione del progresso umano e di crescita dell’Uomo, che oggi passa attraverso la ricostruzione di un tessuto sociale andato in frantumi. Ricostruzione di cui vogliamo essere attori principali.