(Cristina Terribili)
ROMA – Un simpatico ed esilarante spot televisivo promosso dal Governo tedesco raccontava che per essere degli eroi nel 2020 bisognava rimanere a casa sul divano e distanziarsi tra persone. Per essere eroi nel 2021, invece, bisognerà tendere il braccio ad un medico per essere vaccinati.
Ed io, mi sono vaccinata: perché credo nella scienza e nei vaccini, perché fui vaccinata contro il vaiolo, perché lavorando e viaggiando nel mondo ho sempre avuto con me il libretto con tutte le vaccinazioni utili a stare bene, perché ho visto gli effetti su chi non ha mai ricevuto i vaccini.
Ho ricevuto il vaccino perché, come psicologa, non ho mai interrotto il mio lavoro, a distanza ma anche in presenza, quando era utile che la persona di fronte a me vedesse interamente il mio volto, dietro la mascherina o con una visiera, con le dovute distanze, igienizzando luoghi e mani, aerando bene i locali. Quando l’Ordine degli Psicologi cui appartengo ha chiesto agli iscritti chi fosse interessato ad essere vaccinato, ho dunque aderito senza esitazione; e, con piacere, dopo poco tempo sono stata contattata dalla ASL di Roma per l’appuntamento.
In questo strano periodo che stiamo attraversando, amor proprio e amore per l’altro si sono fusi in piccoli gesti che sono diventati quotidiani: adesso, come ulteriore atto d’amore, c’è quello di rendersi disponibili alla vaccinazione. E poi c’è l’esempio che ognuno di noi sa dare, che ognuno di noi può essere per l’altro: l’esempio di chi predica bene e razzola meglio. Di fronte a tante false notizie, ad informazioni confuse atte solo a creare scompiglio tra le persone, a generare nemici e a mettere gli uni contro gli altri, c’è bisogno di chi riferisca la propria esperienza, esercitando quel diritto di cronaca scevro da ogni desiderio manipolativo.
Di fronte a tante persone che si nascondono dietro i social per divulgare pensieri senza discernimento, c’è bisogno di chi sappia metterci la faccia. Di chi è testimone anche di una vaccinazione, e che dietro ai numeri ci sono persone con un volto, un nome e una storia.
Per diritto di cronaca segnalo che c’è una macchina che funziona in modo molto efficiente: è il polo vaccinale realizzato a Fiumicino, con persone estremamente cortesi, sempre con il sorriso, in grado di accogliere, informare, tranquillizzare e gestire un numero impressionante di persone, pronti a scambiare una battuta e a farsi fotografare come ho fatto io nella foto qui a fianco.
Dopo la vaccinazione non ho avuto problemi se non un leggero indolenzimento del braccio; peraltro si prevede solo un po’ di spossatezza e qualche linea di febbre con la somministrazione della seconda dose, che deve essere fatta per rendere la vaccinazione completa ed efficace.
La prima somministrazione di vaccino non vuol dire che siamo immuni di fronte a tutto e tutti e per questo è richiesta ancora quella responsabilità individuale e un’autogestione utile a ridurre i casi di infezione. Se vogliamo tornare a vedere le nostre città piene di persone, se vogliamo realmente aiutare l’economia a riprendersi il più velocemente possibile, se vogliamo evitare il sovraccarico degli ospedali e finalmente se vogliamo tornare a poterci abbracciare senza la paura di poter far del male a qualcuno, dobbiamo ancora fare la nostra parte.
Ognuno per se stesso ma ognuno con il cuore e la mente rivolta all’altro, vicino o lontano che sia. Portiamo avanti la nostra battaglia da eroi anche per quest’anno, “dandoci il braccio”.