V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto
(sem. Alessandro Masseroni)
Nella pericope evangelica di questa domenica risuonano le parole di Gesù: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Due settimane soltanto ci separano dalla Pasqua e già nella prossima domenica sentiremo risuonare nelle nostre chiese il racconto della Passione.
Il cammino è ormai avanzato e si direbbe che è tempo di “tirare le somme” su quanto abbiamo vissuto e quanto ci rimane da fare per preparare il cuore a rivivere la Pasqua del Signore. Non possiamo, infatti, non dobbiamo e non vogliamo essere trovati “nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprenderci come un ladro” (cfr. 1Ts 5,4). Siamo chiamati a vegliare.
Vedremo che, mentre Gesù al Getsemani vive il primo drammatico momento della sua agonia, il cuore dell’uomo, persino quello di un apostolo, può “assopirsi”. Pietro che, ispirato dal Padre, aveva dichiarato a nome dell’intera Chiesa: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,15-16) e poco prima di uscire dal cenacolo aveva proclamato, con sincerità, la sua fedeltà – “Se anche tutti ti tradissero, io non ti tradirò mai” – lo troviamo addormentato come gli altri che Gesù aveva portato con sé. Gesù conosce “quello che c’è dentro l’uomo” (Gv 2,25) e “sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere” (Sal. 103, 14): per questo non si arrende di fronte alla fragilità umana e interpella l’uomo: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?” (Mc 14, 37).
Vegliare e pregare (cfr. Mc 14, 38) sono strettamente congiunti. Si veglia davvero se si prega, poiché è nella preghiera che “ricordiamo”, riportiamo al cuore, al centro della vita, ciò che della vita è il centro. Senza di essa il rischio è di assopirsi e di trovarsi nella condizione di quei “Greci” che dicono: “Vogliamo vedere Gesù”. Forse è perché avverte l’indole teoretica dei suoi “ricercatori” che Gesù non dà risposta alla loro richiesta e si rivolge, anzi, ai suoi apostoli senza mezzi termini: “Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore”. La “voce dal Cielo” “non è venuta per me, ma per voi” dice Gesù.
Dio non smette mai di parlarci attraverso la realtà… Sta a noi ascoltarlo e custodire nel cuore la sua voce!