(Filippo Ciantia)
Filippide, dopo aver corso la Maratona ad Atene per annunciare l’impossibile vittoria ateniese sui persiani, prima di morire per la fatica, pronunciò la notizia tanto attesa: “Abbiamo vinto”.
Nell’anno delle olimpiadi giapponesi, già rinviate dallo scorso anno e ancora incerte, Papa Francesco ha invitato tutta la chiesa a recitare il Rosario nel mese dedicato alla Madonna, chiedendo la fine della pandemia. Ogni sera alle ore 18 italiane, è stato possibile unirsi con i fedeli in preghiera in 30 diversi santuari di tutti i continenti.
Una maratona di preghiera per invocare la fine della pandemia e la ripresa della vita sociale, delle attività lavorative ed educative. Una maratona per portare il lieto annuncio di speranza: l’oscurità più profonda della notte è quella che precede la luce dell’alba.
Iniziati nella Basilica Vaticana insieme al Papa con alcune famiglie e caratterizzati, oltre che dalle parole di Francesco, dalla recita da parte di alcuni bambini molto piccoli, gli appuntamenti si sono poi svolti attraverso un giro virtuale di tutto il mondo. Ci sono santuari dedicati alla Madre di Gesù proprio in tutto il mondo!
Da Walsingham in Inghilterra, dove avvenne una delle apparizioni più antiche di Maria, a Namyang, il luogo di morte e martirio che ha generato e genera la chiesa coreana. Da Elele in Nigeria a Medjugorje in Bosnia, inserita con grande delicatezza nel programma di preghiera, fugando tante critiche e dubbi circa la tenera cura della Chiesa per questo contemporaneo avvenimento mariano di conversione e fede. Da Sydney a Altötting in Germania, da Guadalupe a Ta’ Pinu a Malta; da Nagasaki al santuario di Nuestra Señora de la Caridad del Cobre a Cuba; da Pompei a Monteserrat, da Lourdes a Zarvanytsia in Ucraina; dal Libano al Myanmar; dalla Turchia a Nazareth; da San Paolo a Częstochowa e a Loreto. Impressionanti la varietà di culture, popoli e nazioni e la bellezza dei canti, senza che le limitazioni imposte dalle norme sanitarie impedissero l’implorazione profonda e sentita.
“Non si può parlare della chiesa senza guardare alla donna da cui essa è nata e continuamente nasce … siamo consolati, perdonati, confortati, alimentati, arricchiti, allietati da quella presenza che rinasce dalla carne della Madonna”
(Luigi Giussani)