(Graziella Cortese)
Nella vita per molte cose bisogna “avere naso”… si dice in italiano. Ma è ancora una volta francese l’elegante commedia distribuita in questi giorni nelle sale cinematografiche del nostro Paese. Il cinema francese, come già descritto nelle rubriche passate, negli ultimi anni si è dimostrato maestro delle commedie che affrontano tematiche più profonde, a fondo sociale o psicologico, conservando però una leggerezza che non si trasforma in superficialità.
Conosciamo Guillaume, che di mestiere è autista, anzi chauffeur: è un uomo cordiale dal carattere allegro, colpito però dalla recente separazione dalla moglie e in difficoltà economiche a causa del mestiere precario. Il suo capo decide di affidargli come cliente madame Anne Walberg, signora dell’alta società, capricciosa e abituata a dare ordini.
Ma quale attività svolge Anne? È uno dei “nasi” più celebri del suo ambiente, si occupa di profumi di lusso e ne crea ella stessa le fragranze; ha capacità olfattive straordinarie e per non perdere il suo dono si tiene lontana dagli odori che potrebbero compromettere il suo talento (ad esempio i detersivi, o il fumo delle sigarette).
Guillaume è dapprima costernato dalle esigenze di Madame e dai suoi atteggiamenti complessi e maniacali ma… poco alla volta tra i due nasce una particolare intesa e una complicità che affonda nel desiderio di comprendersi l’un l’altro. Non è tanto un’attrazione fisica o sentimentale, quanto desiderio reciproco di riscoprire qualcosa di dimenticato, un invito a ricercare la bellezza che ci circonda.
Il regista è partito da un’esperienza personale, un profumo familiare colto all’improvviso dentro la folla.
Diceva Italo Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.