(Filippo Ciantia)
Nella mia via è mancata l’illuminazione stradale per una settimana. Un’esperienza nuova e strana per chi è abituato alla pervasiva luminosità notturna, dalle città fino ai paesini più sperduti. Queste notti buie mi hanno fatto pensare all’oscurità che avvolge il mondo.
La pandemia non cede: quarta ondata e terza dose e, per ora, quattro varianti di preoccupazione. Un altro inverno difficile. Ci feriscono poi le immagini dei migranti in trappola al confine tra Bielorussia e Polonia. Pare che un bambino di un anno di vita sia morto di freddo mentre i genitori, due migranti siriani, stavano cercando di portarlo con loro in Europa. Le sofferenze di interi popoli continuano nell’indifferenza e nel silenzio: Myanmar e Siria, Venezuela e Yemen, Etiopia e i paesi del Sahel…
Scopriamo il buio anche in noi stessi, nelle nostre piccole o grandi miserie, negli errori e nei limiti, che cerchiamo di oscurare tra dimenticanza e superficialità. Eppure nel buio della mia strada ho imparato a scorgere meglio le luci delle case dei vicini. Giardini e finestre illuminate segni di vita, di storie personali e familiari, di gente che ha vissuto in questo paese da sempre e di gente che viene da lontano. Vien voglia di conoscere e incontrare.
Da Milano ci raggiunge la notizia della morte improvvisa di un bambino di 5 anni, bello, simpatico, vivacissimo, amato. L’oscurità del dolore viene, lentamente e pacatamente, vinta dal canto del Salve Regina di genitori, fratelli, parenti e amici. Tutto il reparto si ferma in silenzio. Le lacrime si smorzano nella consapevolezza di un bene misterioso. “Agostino in vita eri sempre di corsa, soprannominato Ago: hai cucito tra di loro gioia e dolore, terra e cielo. Veloce, ci hai preceduto”.
Siamo in Avvento, il tempo dell’attesa che è la stoffa della vita di ogni essere umano. La risposta verrà in una notte oscura, a Natale. Allora brillerà la luce del Bambino Gesù, che porta un pezzetto di Paradiso in terra, affinché, nel buio del duro cammino, possiamo con Lui iniziare a pregustarlo.
“Tempo del primo avvento
tempo del secondo avvento
sempre tempo d’avvento…”
(David Maria Turoldo)