C’era anche un canavesano, molto probabilmente l’unico con un ruolo ufficiale alla Cerimonia del Milite Ignoto a Roma quel 4 novembre 1921. Lo dice la professoressa Elisa Benedetto del liceo Botta di Ivrea, esperta del fronte italo-austriaco che negli anni ha scritto libri con Fabrizio Dassano sugli ex voto della Grande Guerra e sul fotografo militare del duca d’Aosta, l’eporediese Bernardo Perazzone, oltre ad aver portato i suoi studenti e associazioni canavesane, a percorrere quelle trincee, nella sua personale battaglia per la memoria e a organizzare mostre e convegni per il centenario della Grande Guerra a Ivrea e Azeglio.
Ad accompagnare la salma, lungo il tragitto da Piazza Esedra all’Altare della Patria vi erano i decorati di medaglia d’oro. Sul lato sinistro marciava insieme ad altri 16 ufficiali il colonnello di fanteria Edoardo Bettoja. A Caluso c’è una via intitolata allo zio Giovanni, colonnello, strada che in parte la finanziò personalmente con 30 mila lire. Edoardo infatti era nato a Caluso da Deodata Podio e Francesco il 3 giugno 1865.
A 17 anni entrò volontario nel 25° reggimento di fanteria e raggiunto il grado di sergente riuscì ad entrare alla Scuola militare di Modena e ad uscirne sottotenente. Combattè in Eritrea nel 1896 e sopravvisse alla disfatta italiana di Adua ad opera dell’esercito abissino di Menelik II. Ripartì per la Libia nel 1913 e rimpatriò nel 1915 con il grado di maggiore.
Il 24 maggio 1915 al comando del III battaglione del 19° reggimento della brigata “Brescia” varcò l’Isonzo a Sagrado, combatté a Bosco Cappuccio e a Castelnuovo Carsico, in un terreno reso difficile dagli ostacoli naturali e dalle trincee blindate del nemico. Il 18 luglio, iniziata la Seconda battaglia dell’Isonzo alla testa del suo battaglione occupò le trincee nemiche tra il Bosco Triangolare e l’abitato di Castelnuovo del Carso, catturando numerosi prigionieri e due mitragliatrici attestandosi al margine sud del Bosco Lancia.
Il 20 luglio, subì un violento contrattacco in forze del nemico. Ferito da ben 5 proiettili, continuò a combattere anche quando fu di nuovo e più gravemente ferito dallo scoppio di una granata. Con “moto proprio sovrano” del 22 dicembre 1915, gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare, una delle prime del sanguinoso conflitto.
Durante i lunghi periodi trascorsi in luoghi di cura e in aspettativa ebbe le successive promozioni a tenente colonnello nel 1916 ed a colonnello nel 1917. Rientrato in servizio comandò dal giugno al dicembre del 1919 il deposito dell’81° fanteria e dal gennaio al luglio 1920 fu addetto al Corpo di Stato Maggiore. Collocato in posizione ausiliaria speciale, fu promosso generale di brigata nel 1924. Si spense a Caluso il 23 luglio 1929.
Una storia che sarà ripresa sabato 4 dicembre alle ore 10 a Castelnuovo Nigra presso il salone polifunzionale da Elisa Bene-detto con Nadia Bontempo e Fabrizio Dassano nella conferenza “Il Lutto e la Memoria – storie italiane intorno al Milite Ignoto” intervallati dai Cantori Salesi.