(Graziella Cortese)
I nostri lettori ricorderanno bene e riconosceranno il cinema di Asghar Farhadi: il regista iraniano ha riportato il suo stile ai tempi de “La separazione” e “Il cliente”, le sue pellicole più celebri. Ritroviamo la forte presenza scenica dei personaggi, i conflitti interiori ed esteriori della società nel suo Paese, i drammi spezzettati e poi il ritmo del tempo. Un tempo che trascorre lentamente ma fa esplodere in mille rivoli i contrasti dei protagonisti.
Rahim Soltani si trova in carcere a causa di un debito che non è riuscito ad estinguere. Quando gli viene concesso un permesso di due giorni di libertà condizionata, l’uomo prova a convincere il suo creditore (l’ex cognato Braham) a ritirare la denuncia pagando parte della somma dovuta.
Rahim è separato dalla moglie, ma ha una compagna che lo ama e decide di rimanergli accanto in questi momenti difficili. La donna un giorno trova casualmente una borsa piena di monete d’oro… questa insperata fortuna potrebbe risolvere i problemi finanziari della coppia e ridare la libertà a Rahim; ma l’uomo, dopo aver riflettuto a lungo, decide di pubblicare un annuncio sul giornale e restituire il denaro alla legittima proprietaria.
Si innesca così un circuito complesso nell’ambito dei conoscenti del protagonista e all’interno della sfera sociale in cui vive: l’uomo viene giudicato come un eroe, ottiene un riscatto morale, ma a volte è accusato ingiustamente e spesso sfruttato per le convenienze altrui. Farhadi ha rivelato di essersi ispirato al film “Ladri di biciclette” di De Sica, per le sequenze in cui Rahim cammina accanto a suo figlio ragazzino.
Il nostro giornale vuole qui ricordare anche l’appuntamento con la rassegna “Tutti pazzi per il cinema”, del cinema Verdi a Candelo-Biella: la prossima proiezione, lunedì 17 gennaio, sarà quella di “Il mio profilo migliore” di Safy Nebou.