(Graziella Cortese)
Domenica scorsa, da Casa Santa Marta, Papa Francesco ha parlato a tutti all’interno della trasmissione televisiva “Che tempo che fa” in un nuovo momento di condivisione e di dialogo: gli argomenti trattati sono stati molti, e in principio lo sguardo si è rivolto verso le guerre e le sofferenze umane; è stato ricordato come il Mar Mediterraneo si sia oggi trasformato in un cimitero, e il Santo Padre ha sollecitato i Paesi europei a trovare una soluzione comune sull’immigrazione, in nome dell’accoglienza.
Il film di Marcel Barrena racconta una storia vera e si fonda sull’articolo 98 della Convenzione delle Nazioni Unite, che prevede l’obbligo di prestare soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo. Nell’autunno 2015 gli amici Oscar e Gerard lavorano insieme a Barcellona all’interno di una società di bagnini. Oscar rimane sconvolto alla vista delle immagini di Alan Kurdi, il piccolo bimbo siriano morto per annegamento nel Mediterraneo. Decide di fare qualcosa e parte per l’Isola di Lesbo, per portare il suo aiuto nella drammatica situazione dei migranti, convincendo Gerard a partire con lui. Ma appena arrivati sull’isola i due uomini si rendono conto che il contesto è ancora più difficile e tragico di quanto immaginassero: ogni giorno migliaia di profughi cercano rifugio dal mare, con la speranza di arrivare in terra europea, ma in generale vengono accolti con indifferenza e sospetto.
I due protagonisti chiedono così aiuto ai loro familiari in Spagna, che arrivano per dare una mano anche dove le autorità non si mostrano collaborative. Ma è difficile trovare una luce di speranza, anche se il regista con la figura di Oscar Camps cerca di introdurre una nuova prospettiva che va al di là delle ideologie politiche e sociali, mettendo l’attenzione su come a volte sarebbe più desiderabile rimanere umani.