(Graziella Cortese)
Il regista Paul Thomas Anderson ha spesso effettuato scelte anticonvenzionali per i suoi film, e certamente le sue opere non hanno una narrazione classica, ma sono originali sia nel contenuto che nelle scelte del linguaggio cinematografico. Nella pellicola di questa settimana non esiste una vera e propria trama da raccontare, ma la storia è nata da un’idea, da un’intuizione che poi si sviluppa come dentro a un sogno.
Siamo nel 1973 nella San Fernando Valley, che praticamente potremmo definire come “il versante opposto della collina con la scritta Hollywood a Los Angeles”, e lì vive Gary Valentine che ha solo quindici anni, ma è già un ragazzo maturo, che cerca di non pesare sulla famiglia e pratica qualche lavoro… ad esempio sogna di fare l’attore e qualche volta partecipa alle audizioni dei varietà.
Alana Kane ha invece 25 anni, è più grande ma non sa ancora bene ciò che desidera fare nella vita: per ora è l’assistente di un fotografo, che aiuta nel suo mestiere. L’occasione per incontrarsi è rappresentata dal giorno in cui è prevista la foto per le classi del liceo: Gary si invaghisce quasi subito della ragazza dai tratti appuntiti e dalla voce decisa.
I due si perdono e si ritrovano continuamente lungo le vie dell’America degli anni ’70: c’è la crisi petrolifera in atto e così possiamo assistere alle giravolte di un camion che saltella senza benzina sull’asfalto, e la stessa vicenda dei due protagonisti pare una pallina da flipper impazzita.
Entrambi gli attori sono al debutto cinematografico e si sono dimostrati davvero eccellenti. Il titolo significa “pizza alla liquirizia”, è il nome di una catena di negozi di dischi in vinile che conobbe una grande notorietà in quegli anni, ma ha il valore dei desideri inespressi e dei sogni soltanto accarezzati.
Avete ancora voglia di innamorarvi (al cinema s’intende)?