(Graziella Cortese)
Non esistono storie d’amore che si possano definire “semplici”. E la storia della pellicola di oggi non si allontana da questa regola: in più la regista inglese Clio Barnard è riuscita a inserire elementi difficili come i pregiudizi razziali, le differenze culturali, gli stereotipi della nostra epoca.
La città di Bradford si trova nel centro del West Yorkshire, a nord di Londra, piuttosto lontano dalla capitale; le comunità degli abitanti sono variegate e appartengono a diverse etnie. Il clima è quello classico londinese, piove molto e la nebbia si diffonde già dal mattino. Proprio durante la pioggia battente avviene l’incontro tra Ava ed Ali: lui è di origini pakistane e gestisce alcuni immobili che ha dato in affitto, la donna è un’insegnante di sostegno nella scuola elementare del paese. Ali va a prendere all’uscita della scuola Sofia che è figlia dei suoi inquilini e offre un passaggio anche ad Ava, che è di corsa e deve destreggiarsi con borse e ombrello.
L’incontro è subito all’insegna della musica, poiché l’uomo ascolta la radio in auto e rivela di essere stato un d.j. nel suo paese di origine; e anche se Ava ha gusti diversi tra i due nasce subito una sintonia. Entrambi hanno vicende familiari dolorose alle spalle: Ali è sposato, ma vive con la moglie in casa da separato, Ava è vedova, ha tre figli più una nipotina di pochi mesi che non ha ancora un nome e deve sopravvivere tra le giornate con i suoi alunni e le beghe della sua famigliola.
La colonna sonora è ovviamente importante: possiamo ascoltare “Mama, You Been On My Mind” di Bob Dylan e la ballata irlandese “Grace”. La macchina da presa della Barnard segue da vicino i suoi attori e spesso osserva i loro occhi in primo piano.
Il film è candidato ai Premi Bafta 2022 (l’equivalente inglese degli Oscar) come miglior film britannico e come riconoscimento al miglior attore protagonista.