III DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA (anno c)

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce

(Elisa Moro)

“Mio Dio, credo che Tu mi ami più di quanto io ami me stesso” (Newman). È richiesto uno sguardo nuovo d’amore per riconoscere il Cristo Risorto e per professare la fede in Lui (Gv. 21, 1-19).
Si ritorna alla terra della quotidianità, sulle rive di quel lago da cui tutto ha avuto inizio; “vanno in Galilea, per sfuggire alle persecuzioni dei Giudei” (Crisostomo, Comm. Giovanni, 4). La “rete” del cuore degli Apostoli, tuttavia, ancora segnato dallo smarrimento vissuto, è ancora “vuota”; devono attendere l’alba, segno della manifestazione del Signore, come già avveniva in Esodo: “alla veglia del mattino … dalla colonna di fuoco e di nube” salva il popolo dalla schiavitù antica (Es. 14, 24).

“Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?” (v. 15): il discepolo amato, dalla barca ormai ricolma di pesci – 153 è il numero di pesci classificati da Plinio il Vecchio, per indicare la totalità – illuminato dall’amore, riconosce il volto di Cristo, professando la sua fede nel Signore.

Il Risorto però domanda a Pietro una radicalità di fiducia in Lui, attraverso un dialogo intenso, che si fonda su due verbi significativi: “filéo”, che esprime l’amore di amicizia, e il verbo “agapáo”, cioè l’amore incondizionato. Cristo richiede a Pietro, per ben due volte, un amore assoluto, ma ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, questi dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene (Kyrie filô-se)”. Alla terza volta domanda soltanto: “Fileîs-me?”, “mi vuoi bene?”. Verrebbe da dire, commentava Benedetto XVI, “che Gesù si è adeguato a Pietro … E’ proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo” (24/05/2006).

“Pasci le mie pecore” (v. 17): Cristo riconferma Pietro nella sua missione; non gli ha chiesto, come ricorda Don Giussani, di “non peccare, di non tradire, di non essere incoerente. Cristo… mi ama e mi perdona”. È Pietro, la roccia, il primo ad essere perdonato. La beatitudine di Pietro, e di noi con lui, è tutta in questa esperienza: perdonato da una Grazia celeste che è vita.

“Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa; dove c’è la Chiesa, lì non c’è affatto morte ma vita eterna” (Sant’Ambrogio, Enarrationes in XII Psalmos; PL 14, 1082). Solo attraverso la Chiesa si può prendere il largo nel mare della storia per conquistare gli uomini al Vangelo, infatti: “noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita” (Benedetto XVI, 24/04/2005).

(Forma breve Gv 21,1-14) In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.