E’ stato inaugurato, nel primo pomeriggio di martedì 7 giugno, un murale voluto dall’Amministrazione comunale per abbellire il muro a nord del parco giochi, in piazza Tapparo.
L’allegro e colorato manufatto è stato prodotto dagli alunni delle classi quinte C ed L dell’indirizzo artistico dell’Istituto “Piero Martinetti” di Caluso, guidati dai professori Angelo Villani e Davide Nato.
Ma i primi protagonisti del lavoro sono stati gli alunni della scuola primaria “Sandro Pertini” di Orio, che hanno scelto le due favole di Gianni Rodari da illustrare sulla grigia parete di cemento.
I docenti delle elementari hanno chiesto ai bambini di indicare, fra le favole lette, quelle che erano piaciute maggiormente, e la scelta è caduta su “Il paese senza punta” e “La strada che non portava da nessuna parte”, che fanno parte della raccolta “Favole al telefono“.
Il significato morale delle due storie è di facile comprensione: la prima mette in evidenza la voglia di eliminare le situazioni d’urto fra gli uomini, la seconda ci dice che la voglia di scoprire porta sempre a trovare situazioni che premiano gli intraprendenti.
Alla presentazione del lavoro sono intervenuti la sindaca Erika Ferragatta (all’ultima apparizione ufficiale in quella veste), la dirigente scolastica del Liceo calusiese, Katia Milano, la vicepresidente dell’associazione Farfalibro, Maria Massaro, il consigliere Marco Boglietti, che ha spiegato brevemente il fine che l’Amministrazione comunale si propone con l’iniziativa: si tratta, infatti, del primo murale destinato ad abbellire le pareti spoglie delle strutture del paese, e l’auspicio è che altri muri, privati o pubblici, possano in un prossimo futuro essere colorati, per impreziosire in questo modo il centro canavesano.
Gli alunni hanno letto a più voci le due favole e, mentre leggevano, gli occhi del folto pubblico potevano seguire le vicende dei protagonisti sui dipinti dai colori vivaci.
A seguire, l’inaugurazione e la merenda per piccoli e meno piccoli a base di pane e Nutella e pane e prosciutto, annaffiati da bibite fresche che hanno ristorato il pubblico accaldato.
L’Istituto “Martinetti” non è nuovo all’abbellimento di pareti anonime.
Già 17 anni fa l’allora quinta C di Arte & Design (ai tempi l’indirizzo si chiamava così) aveva colorato una parete ad Arè, prospiciente il grande parcheggio degli impianti sportivi, con figure fantastiche: e, a distanza di più di tre lustri, con i suoi colori che paiono essere appena spalmati attira ancora lo sguardo di chi passa.
Un altro lavoro era stato realizzato sui muri perimetrali dell’area mercatale di Caluso, con grappoli, calici e altri dettagli legati al mondo della vitivinicoltura: ma probabilmente l’umidità, a distanza di poco tempo, aveva rovinato in parte quel lavoro che aveva coinvolto alcune classi del liceo artistico.
Non possiamo che augurarci di vedere presto sempre più muri illustrati, anche in altri paesi del nostro territorio.
Franca Sarasso