Nell’ambito della Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte “Sculptura 2”, promossa dall’associazione Harambee Arte Kunst in collaborazione con Assessorato a Cultura e Turismo del Piemonte e Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e il patrocinio del Mibact, sono in programma varie performance artistiche e musicali.

Sabato 25 giugno, nella cornice del parco di Palazzo Piozzo di Rosignano, si è  tenuta la performance di Marcella Tisi, con Elena Gallafrio al violino e Vincenzo Sparacio alle percussioni, con la collaborazione delle associazioni Aigon Aps e Aps Musica Insieme. La performance si è potuta apprezzare in diretta streaming sul canale Youtube https://bit.ly/ NKYazT.

Marcella Tisi, grazie alla sua formazione di architetto e scultrice diplomata in Accademia a Torino, ha consolidato un percorso che va dalla pittura alla scultura, dalla land art all’arte nel paesaggio, per approdare all’installazione e alla performance: alla Biennale si presenta con una scultura, “Precipizi di argilla. Accoglienza”, in mostra fino al 17 luglio, e la performance “Mandala di zucche. Arte e Follia”.

L’artista, accompagnata dai musicisti in una loro personale interpretazione del tema musicale popolare della follia, ha composto una particolare installazione con zucche essiccate lagenarie, secondo un ordine dettato dall’immagine simbolica del mandala, coinvolgendo il pubblico presente.

Il mandala è utilizzato dalla Tisi con un chiaro rimando alla sfera spirituale dell’individuo e alla rappresentazione del proprio Sé nel cosmo per ricreare un ordine, seppur effimero, che risvegli la saggezza, evochi sentimenti di calma e incanali concentrazione e consapevolezza.

Ma la follia è in agguato! La follia, come tutte le esperienze dell’anima, sfugge a qualsiasi tentativo che cerchi di fissarla e disporla in successione ordinata perché, al di là di ogni ordine razionale, l’anima sente che la totalità è sfuggente, che il non-senso contamina il senso, che il possibile eccede sul reale, che ogni tentativo di comprensione totale emerge da uno sfondo abissale che è caos, apertura, spalancamento, disponibilità per tutti i sensi.

Per accedere agli abissi della follia che ci abita e non perdersi in essa occorre dislocarsi dal recinto protetto dalla ragione, abbandonare le dimore dell’io e dedicarsi alla costruzione del mandala, mediatore tra l’uno e l’altro mondo, con l’aspirazione a tradurre e interpretare i messaggi della follia inaccessibili alla ragione e le parole della ragione incomprensibili alla follia.